Mettiamo che qualcuno mi intervisti.
Se l’intervistatore anziché chiamarmi per nome e cognome, mi chiamasse per titolo, io per come sono fatto, lo considererei un pupazzo, ma non avrei molto da scandalizzarmi.
Ma il titolo è roba vecchia.
Adesso ci si chiama per incarico.
Ecco che non siamo più un popolo di “dottore” o “professore”, ma di “direttore” e “presidente”.
È una cazzata recente e contagiosa, estremamente virulenta.
Accade che due giornalisti che si darebbero del tu, come è ontologicamente dato tra colleghi, che per il gusto di stimolare la reciprocità, si parlano:
“Direttore, buongiorno”
“Buongiorno, Direttore”
Credo di sapere chi abbia iniziato questa cazzata colossale, ma costui non ha colpa.
La colpa è dell’italiano medio e mediocre, che pur di non essere riconosciuto come un coglione supremo, preferisce essere additato come una figurina qualunque.
Un commento su “Buongiorno, Direttore…”