Tangenziale Est Est Est

Un principio fisico della fluidodinamica che si studia da bambini è che dimezzando la sezione di un tubo, il fluido che lo percorre raddoppia la velocità.
Quindi velocità e sezione sono proporzionali secondo una legge lineare.

Un principio che non si studia da nessuna parte ma s’intuisce dopo una decina d’ore di patente di guida è che per strada, dimezzando un flusso la velocità del traffico diminuisce esponenzialmente.

Sulla Tangenziale Est, molti romani ritengono che sia un’espressione latina, all’altezza di ponte Lanciani, hanno dimezzato la carreggiata in direzione S.Giovanni chiudendo una corsia.

Ma come l’hanno chiusa?
Con una riga gialla.

Magari in Lussemburgo, forse in Svezia, oppure in Lapponia, una corsia viene considerata chiusa con una striscia continua; ma a Roma, ma anche a Bolzano, in Italia, quella riga significa solo buttarsi di colpo sulla corsia libera mandare affanculo quello che ti suona perché non hai messo la freccia e rioccupare subito dopo il cartello (che fisicamente sta in mezzo alla strada, sennò stigrancazzi continuerebbero dritti) la corsia chiusa.
Meglio se con fare e mimica minacciosi.

Sfiga vuole che di queste strettoie, con i relativi cartelli, ce ne siano tre, prima che un bel Jersey in cemento armato chiuda definitivamente la corsia e le velleità degli autoctoni.

Accade dunque che in questi giorni di agosto, di agosto, su quel tratto di Tangenziale Est, ci sia il traffico dovuto non già alla strettoia, ai vaffanculi, a li mortacci tua, sua e de ‘sto fio de ‘na mignotta, ma al fatto che ovviamente, il traffico si blocca tre volte in cento metri.
Perché gli italici, zigzagando, rioccupano la corsia “chiusa” finché possono e tagliano la strada con sguardi di sfida a coloro che già alla prima segnalazione si sono curati di rispettare le segnaletica orizzontale.
Finché non trovano un’europeo-per-un-quarto che avendo rispettato le indicazioni pretende che costoro le rispettino a loro volta tentando di farsi giustizia da sé (italiano-per-tre-quarti, dunque) bloccandoli al loro tentato rientro nella corsia corretta.

Le prossime settimane, quando agli sparuti cacciatori di froci rimasti in città si assommeranno gli altri indigeni cazzuti e suvdotati rimessi in forze dalle vacanze e con la doratura solare d’ordinanza, in quel tratto sarà guerriglia urbana.

Eppure per evitarla, basterebbe semplicemente chiudere davvero la corsia con un impedimento fisico, per tutta la sua lunghezza, in modo che tutto il teatro del genere umano urbano avvenga una sola volta invece che tre, provocando gli inevitabili disagi, ma limitandoli a quelli inevitabili, appunto.

Autore: eDue

Bieco illuminista

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