Cento sicuri contro uno al dieci percento

Qualche tempo fa porto la macchina a lavare al solito posto.
Il solito posto è diventato il solito posto per caso; l’avevo portata al solito carrozziere, che me l’ha ridata in condizioni pietose.
OK, ci conosciamo da tanti anni, ma cazzo almeno una lavata per ridarmela sporca come te l’avevo portata.
Il problema non era estetico, era funzionale: da dentro non si vedeva fuori.
Gli chiedo se fosse stronzo lui o uno dei dieci lavoranti e lui mi dice che scusa, ma sempre così succede, se devono sbagliarne una sbagliano quella del cacacazzi-inteso-in-senso-buono-eh?!

Vai da Coso trecento metri più avanti a nome mio e digli che poi lo pago io; scusa eh?! Ciaocaro, scusame, eh?!

Coso non le lava male, se gli stai appresso.
Ci sono quelli che te le lavano male anche se gli stai appresso.
È pure vicino al lavoro, e diventa il solito posto.
Qualche tempo fa porto la macchina a lavare al solito posto e lui, Coso, mi fa? ce l’hai la tesserina?
No, faccio io, quale?
Quella dei lavaggi; con dieci lavaggi uno è gratis; tu sei un cliente, sei n’amico.
No, non ce l’ho.
E te la do io.
Va e torna con la tesserina, con due lavaggi già punzonati.
Faccio notare che.
Ride. Tu sei un cliente, sei n’amico… eh.

Oggi porto la macchina a lavare al solito posto e lui, Coso, non c’è.
Però ci sono andato anche ieri (a far lavare l’altra) e quindi so che sulla tesserina siamo a nove con quello di ieri.
Pago con denaro spiccio e dò la tesserina al lavorante moldavo che ormai mi conosce.
Va nel gabbiotto, ritorna con la tesserina con nove punzonature.
Scusa, eh, ma non l’hai messo il lavaggio di oggi?

Risposta del moldavo.
Macheccazzo staiaddì, ce n’avevi otto, e co’ questa (indica una in alto a destra) so’ nuove, so’.
Ora, il fatto che sia moldavo non è importante per motivi etnici, lo è perché a uno straniero a bassa scolarizzazione si concede una libertà lessicale ed una certa tolleranza sulla forma che ad un autoctono non concederesti.
Faccio notare che sono venuto ieri, ed ho pagato a lui pure ieri, e mi ricordo bene che le punzonature erano nove.
Ripete lo stesso concetto, con la stessa forma.

Allora, gli dico che il concetto è sbagliato, e che la forma è sbagliata, perché “macheccazzo staiaddì” non è un modo di rispondere ad un cliente.
Mi dice sisì vabbuoh e s’allontana.
Allora, se tra voi c’è un moldavo, cortesemente gli traduca quanto segue, perché per uno che non parla italiano benissimo potrebbero esserci dei passaggi delicati.

Io ci porto due macchine, mia sorella una (e so’ tre) e tra lavaggi a mano e mance so’ 500,00 € (diconsi euro cinquecento//00#) annui che Coso non pija più.
Come me altri; lui sarà pure convinto che è Coso che gli paga lo stipendio, ma Coso li prende da noi, mica li stampa.

Allora le cose so’ due:
1) quella de Coso è una moina iniziale (quella del 10% della doppia timbratura a te che sei un cliente, sei n’amico) che poi i lavoranti devono recuperare con questi mezzucci
2) i lavoranti, in assenza di Coso, fanno un po’ come viene.

Siccome non vedo cosa venga loro in tasca a fare così (punto 2), a meno che no siano completamente idioti, e rischiano pure un dente con un cliente che non sono io perché li romani so’ permalosi so’, devo pensare che è Coso che li istruisce (punto 1).
E quindi, essendo Coso italiano, non c’è bisogno che nessuno gli traduca vattelappià’nderculo, Co’.
Per non perdere il 10% (che nessuno gli ha chiesto, si badi), perde il 100%.

Mi dispiace per il moldavo, che fra un po’, poiché a botte di cinquecento euro Coso non ci rientra con le spese, perderà il lavoro e non saprà nemmeno perché.
Forse penserà alla crisi.
Quanto a me, ho lavato dieci volte ed ho pagato dieci lavaggi: stamo pace.
Ciao Co’.

Autore: eDue

Bieco illuminista

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