Bertoldo, Bertolaso e Cacasenno

Antonio DI PIETRO, in questi giorni, tra una palpatina a GRILLO ed una esternazione cossighiana su retroscena da Bagaglino, rischia (e ci sta riuscendo benissimo) di seppellire col ridicolo il fatto, in sé serissimo, della trattativa Stato-mafia e dell’eventuale intromissione della più alta carica dello Stato:

Quindi anche il leader dell’Idv è tornato sulla questione: ”A coloro che si qualificano come ‘fonti del Quirinale’ consiglio di vedere il filmato su youtube e di risentire dal vivo le dichiarazioni rese da Craxi nel formale interrogatorio davanti ai giudici del Tribunale di Milano, durante il processo Enimont”. In particolare Di Pietro dice di ascoltare cosa riferì Craxi in merito “al sistema di finanziamento ai partiti ai tempi della Prima Repubblica e come questo sistema coinvolgesse tutti i partiti, compreso il Pci dell’onorevole Napolitano, ovviamente per fatti già all’epoca non aventi più rilevanza penale, a causa del tempo trascorso e delle modalità di attuazione”.1

Non vogliamo dire nulla di quel divieto di sosta con la Fiat 600 D in Via delle Botteghe Oscure, signor presidente?!
A quando uno scoop, ottenuto in interrogatorio, sul colore dei pedalini di Giorgio NAPOLITANO?

Né si vuole qui tacere sul dato che Il Fatto Quotidiano, che pure ha avuto il merito di tirare fuori questa vicenda, la sta ridicolizzando a sua volta, portando come esempi tardive confessioni sulle simpatie politiche di Guido BERTOLASO2 e dichiarazioni di quello che Marco TRAVAGLIO definisce Il latitante (Bettino CRAXI) tratte, niente po’ po’ di meno che, dal TG5.

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  1. Il Fatto Quotidiano.it – Di Pietro: “Craxi non mentì su Napolitano”. Quirinale: “Artifizi provocatori”
  2. Il Fatto Quotidiano.it – Parla Bertolaso: “Perché non escono le mie telefonate con Napolitano?”

Autore: eDue

Bieco illuminista

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