In ogni caso, visto che continua a fare concerti e ad avere un ottimo seguito, alla fine ha ragione lui. Anche se certe scelte stento a capirle. Come per esempio quella volta che lo invitarono a suonare in Senato. Per l’occasione si arrabbiò persino un gran signore come Uto Ughi, che gli disse: «Sei un compositore risibile».
Questo, in effetti, è la musica di Giovanni: risibile. Certo, è una parola che le masse non capiscono, ma l’osservazione è assolutamente corretta. Fatta tra l’altro da un autentico genio: Uto Ughi è un samurai, uno che suona Vivaldi per tre ore e mezzo e poi spiega per filo e per segno ciò che ha fatto. Perché lui la storia della musica la conosce davvero. Invece se c’è da fare un concerto in Senato chi chiamano? Allevi, perché vogliono accattivarsi il pubblico giovane. Se ne deduce che non è stata una scelta basata sul valore artistico, ma semplicemente una furbata della politica.
2 pensieri riguardo “I ggiovani e la politica”
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Anche: i giovani e la musica.
Che opinione ha di Allevi come esecutore? «In altri tempi non sarebbe stato ammesso al Conservatorio». La Stampa
http://www.classicvoice.com/libri/beethoven-non-e-zucchero.html