L’opacità della trasparenza

Naturalmente dobbiamo gioire davanti ai potenti smascherati e ai crimini svelati, ma è altrettanto vero che a lungo termine la scomparsa del segreto favorirà i più forti e la dittatura, non certo i più deboli e la libertà.1

Naturalmente.

Ma, naturalmente, quella che appare una deduzione (“è altrettanto vero che”) non è né naturale, né necessariamente vera.
Quello che piuttosto appare naturale, è che come sempre nella storia dell’uomo, la differenza di conoscenza tecnologica e di mezzi in essa impiegabili tra la grande massa della popolazione mondiale e quelli pochi che la controllano, è molto molto ampia.

Non credo di dover citare chi (era Socrate, comunque) e quando (attorno al 400 a.C.) disse che il sapere rende liberi, è l’ignoranza che rende prigionieri.
Non è il segreto o la trasparenza in sé a favorire qualcuno, e non è che ogni segreto sia uguale.

La trasparenza come grimaldello (se pensate ad un frontman genovese di un gruppo opacissimo, ad esempio) non è meglio della segretezza.

E qui si parla di segreto bancario, usato per far pagare ai contribuenti del mondo i cazzi propri.
Da qui a discendere che il futuro sarà una grande Corea del nord, non dico che possa essere, dico che se sarà non sarà certo per la sua inefficacia.

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Autore: eDue

Bieco illuminista

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