Volendo semplificare c’è innanzi tutto una normativa penale che fino al 2011 richiedeva una preventiva autorizzazione dei vigili del fuoco, poi cancellata con la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (la Scia) che di fatto era sufficiente per essere in regola.
Lo Stato semplifica.
Basta una SCIA per essere a posto.
I Comuni, però, ai quali le Regioni hanno delegato la competenza in materia, pretendono anche un’autorizzazione ulteriore.
Nota bene: I Comuni pretendono anche un’autorizzazione ulteriore. OK?
A questo scopo è necessario fare una domanda e, sulla base di questa, l’amministrazione rilascia un permesso temporaneo, che diventa definitivo previa conferma di una commissione apposita da riunire nei 180 giorni successivi. Se trascorre inutilmente questo termine in ogni caso scatta il silenzio-assenso e quindi il permesso diventa ugualmente definitivo, anche senza collaudo.
Il Comune poi invia una copia di questi permessi all’Agenzia delle dogane a fini della concessione del rimborso delle accise. Soltanto che andando a indagare ci è resi conto che molte volte le autorizzazioni concesse erano sparite, in altri non c’era mai stata la necessaria convocazione della commissione nei termini richiesti dalla legge, in altri casi mancava la trasmissione della copia all’Agenzia delle dogane. In tutti questi casi, quindi, paradossalmente malgrado non ne abbia colpa diretta, la responsabilità ricade sull’azienda, perché di fatto il suo impianto non risulta in regola perché difetta di autorizzazione. E qui si partono i dolori. Perché innanzi tutto una cisterna non in regola espone a una sanzione di 5 mila euro. Cifra che si riduce di un terzo se si paga la sanzione entro 60 giorni. Ma soprattutto una cisterna non in regola, vale a dire una cisterna a cui manca l’autorizzazione, priva l’azienda proprietaria del diritto a ottenere la compensazione sul credito di imposta sulle accise relativamente al gasolio erogato dalla stessa cisterna. Insomma, da una parte bisogna pagare una sanzione, dall’altra bisogna restituire una cifra alla quale non si aveva diritto.
Dedicato a tutti quelli che il decentramento è la soluzione.
Venti regioni, venti regolamenti diversi, e venti voglie di non fare le cose delegandole ai comuni, che non ci pensano proprio.