Lettera aperta a @ilpost

In passato mi sono abbonato ai giornali.

Sapete, quando ho iniziato io, sul pianeta non c’era l’internet e nemmeno Internet, c’era la TV (che guardavo, ma ho smesso nel 1996, a giorni il ventennale) e c’era la carta stampata, che era la parafrasi con cui si chiamavano i giornali, come se i libri li vendessero a fogli bianchi per prendere appunti.
In passato mi sono abbonato ai giornali.

Solo che avevo sempre un grosso problema: leggevo per sapere qualcosa che non sapevo, scritto da gente che speravo ne sapesse più di me in ambiti di cui ignoravo (ed ignoro) persino i fondamenti. Per dirla con EC, speravo che “almeno si fossero peritati di leggere un bigino sull’argomento”, in modo che da lettore ne potessi sapere (oltre che leggere) qualcosina in più.
Solo che avevo sempre un grosso problema: quando leggevo di cose che sapevo (ce n’è un paio che so proprio benino, eh), finiva che trovavo scritte delle cazzate terrificanti.

Allora mi veniva sempre da pensare che se quelli che ne scrivevano non capivano un cazzo di quello che sapevo, nulla mi garantiva che non facessero lo stesso anche quelli che scrivevano di cose che non sapevo.
E disdettavo.

Alla fine non mi sono più abbonato a nulla, e compro solo ogni mese da sempre (dal numero 1, per dire) Ruoteclassiche.

Da qualche anno leggo Il Post, un nome geniale per un giornale nato come un bloggone a più mani, e poi via via normalizzatosi per consuetudine come nome di un giornale online.
Il peraltro direttore ha spiegato che campano con la pubblicità, evitando i clickbait.
Solo che io non sopporto la pubblicità imbecille, e quella online sembra sempre molto più imbecille di qualunque altra forma pubblicitaria.

Navigo ergo AdBlock.

Visto che ho contribuito volentieri alla newsletter di Francesco COSTA (viceperaltro), contribuirei volentieri per una cifra ben maggiore di quella che incassano a Il Post dai miei clic e le mie visite (che temo sia nulla), pur di avere una versione senza pubblicità per gli abbonati.
Non mi dite che ci sono mille motivi per non farla, ce n’è sempre uno in più per farla: io leggo Il Post con AdBlock attivo.

Provare non costa molto (si tratta di mettere una form di login sulla Home e qualche if nel codice delle pagine) e riparlarne fra un anno.
Siccome dubito che con AdBlock disattivo io renda più di 20 euro l’anno, facciamo venticinque?
I miei contateli già da ora.
Che dite?

51, il viaggio nel tempo

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Le 50 invenzioni e scoperte più importanti dopo la ruota.

Trivellazioni petrolifere – 1959

Alla base dell’economia moderna, influirono sulla geopolitica e cambiarono il clima

Nella foto: una trivellazione di petrolio in California, nel 1925 (General Photographic Agency/Getty Images)

Gajardi ‘sti californiani, facevano trivellazioni petrolifere 34 anni prima della loro invenzione.

Da Le 50 invenzioni e scoperte più importanti dopo la ruota – Il Post

L’album dei calcolatori

In particolare la Guardia di Finanza ha sequestrato 5,7 milioni di figurine Panini “calciatori 2012-2013″ – tre milioni di bustine – e una serie di apparecchiature utilizzate per la grafica, la stampa, la scannerizzazione, il taglio e l’imbustamento delle figurine, oltre che un veicolo usato per il trasporto della merce, il tutto per un valore totale di circa 5,7 milioni di euro.

Se in 3 milioni di pacchetti ci sono 5,7 milioni di figurine, quante figurine ci sono in ogni pacchetto?

1,9.

Quindi il tutto dev’essere stato scoperto da quelli che trovavano due figurine per pachetto, di cui una un po’ più corta.

Da: Le figurine Panini contraffatte sequestrate dalla Guardia di Finanza | Il Post.