Parliamo dei libri scolastici.
Parliamo della legge che non consente di fotocopiarli se non in misura minore o uguale al 15%, del fatto che anno dopo anno cambiano la copertina ed i professori te li fanno ricomprare.
Parliamo del fatto che se ne usa, quando va bene, un 5% e del costo di trasportarti, stamparli e di energia e materie prime buttate al cesso.
Sembra la versione ottocentesca dei DRM.
E finiamo col parlare di COME sono scritti e di cosa c’è scritto dentro.
Ecco, i libri scolastici vanno bene così come sono?
No: http://www.ibs.it/code/9788838743153/tonzig-giovanni/cento-errori-di-fisica.html. Per esempio.
Parliamo dell’accordo quadro tra M$ e il MIUR?
Parliamo del fatto che, guarda caso, i professori in genere adottano il proprio testo? O I propri testi, buona parte dei quali restano intonsi?
Ricordo un professore di Geometria che adottava 5 suoi libri di testo, e faceva lezione sugli appunti che bisognava andare a comprare dietro Viale Ippocrate in copisteria.
Più che reprobo, reprografo.
Parliamo anche di un fatto: il libro è ancora lo strumento migliore d’apprendimento? Ovvero: è il libro che consente l’apprendimento o è l’esercizio, la montagna di esercizi, che lo consente? E i professori che ci stanno a fare? Bastano i libri, i computer, Internet per imparare? Perché ho come la sensazione che si guardi il dito.
Scuola Radio Elettra è stata l’università del futuro o la CEPU del passato?
Vogliamo parlare dell’evento Apple di ieri?
Bene, parliamo del fatto che Schiller ha detto quello che tutti noi sappiamo bene: la scuola statunitense è uno schifo. Gli statunitensi a livello mondiale hanno un livello d’istruzione che fa pena.
Probabilmente perché nessuno insegna loro il ragionamento, nessuno sforzo, nessuna fatica: della vita devi solo guardare le figure; tutto è televisione, tutto è videogioco.
Continuare a pensare che gente così ignorante, anche se magari tecnicamente preparata, ci venga ad insegnare qualcosa che non sia il modo più efficiente di produrre (in Cina) e avvitare una lampadina1, beh è questo che mi ferisce di più.
Per quanto mi riguarda, dopo la meraviglia e la magia di iWork.com, probabilmente questo resterà l’ennesimo annuncio senza seguito2, 3 fatto da Apple nella migliore delle ipotesi; nella peggiore contribuirà all’annientamento mentale dei suoi connazionali.
A quello dei nostri, invece, sta contribuendo da decenni una classe politica che vede nell’istruzione un costo sempre comprimibile, non certo Apple.
* * *
Sulla EULA4, infine, vorrei ricordare che non è (era?!) possibile usare prodotti M$ (tipo Word, per dire) per parlare male di M$, tipo un giornalista (per dire). Ma il fatto che se vendi qualcosa, Apple voglia una parte del guadagno, considerato il costo infrastrutturale e quello di sviluppo del software, mi pare semplicemente un’ovvietà.
Finisco dicendo che ho fatto esami universitari i cui docenti mettevano a disposizione il loro testo in PDF. Non tutti i libri che scrivono, si badi, ma solo quelli necessari e sufficienti a sostenere l’esame con profitto. Se questo fosse un obbligo per i docenti che lavorano nello Stato, vivremmo in un paese migliore. E, come si nota, Apple in questo non c’entra, come non c’entra M$, Amazon, ecc.
Apple punta un mercato, molto, molto redditizio; nei paesi dove la scuola pubblica è un valore suppongo dovremo pensare a qualcosa di profondamente diverso dal mercato dell’istruzione.
E il perché ce lo dice Schiller: perché NON funziona.
* * *
- Livermore’s Centennial Light Bulb
- eDue – Musical Cue
- eDue – Se c’è la mela, è Jobs
- venomous porridge – The Unprecedented Audacity of the iBooks Author EULA
- MANTELLINI, Massimo – Capitoli chiusi
1) Sì, il libro (manuale o saggio o quello che vuoi) è ancora *fra* gli strumenti migliori per imparare. Questo a patto che siano fatti bene e non sempre lo sono. Il fatto che non siano aggiornati e corretti è una cosa che @#!!. Oggi molto più di ieri.
2) Per i libri di testo la carta e la versione elettronica dovrebbero essere compresenti e non alternativi (sì, ok, l’eserciziario di mate non dovrebbe più essere di carta, ovvio): si studia sulla carta e si ripassa/consulta sul video a scuola. (Io sono forse troppo vecchio, ma forse un giorno si riuscirà a studiare tutto sull’ereader.)
3) I manuali costano, è vero, ma di solito quelli che si lamentano del costo sono quelli che non si fanno remore a spendere migliaia di euro in stupidaggini (=ricarice telefoniche, p. es.). Gli altri, i “poveri”, si arrangiano, magari con le edizioni vecchie che spesso hanno solo i capitoli spostati; o se li comprano, perché per alcuni manuali vale la pena spendere qualcosa.
4) Alcune scuole lo hanno fatto: insegnanti e alunni si sono scritti i manuali. Che mi sembra il modo migliore per imparare. Altre danno in comodato d’uso i libri di testo. Altre comprano in blocco i libri per la scuola. Insomma, risparmiare è possibile.
5) Il DRM e il closed source è MALE, sempre. 🙂
Mi occupo di una piccola Fondazione di provincia che, contro ogni pregiudizio, ha sempre cercato – tra le altre cose – di sviluppare nelle scuole locali conoscenze di nuove tecniche e tecnologie. La prima “aula informatica” per una scuola media è del 1977, per dire.
Stavo cercando di coinvolgere i licei ad optare per un ebook per le prime classi per rimpiazzare i libri di testo e di lettura, almeno per quanto possibile. Questo escludendo appositamente iPad, sia per questioni di costo sia perché l’iPad offrirebbe troppe “distrazioni” ai ragazzi.
Questo sino a ieri sera. Perché quei “maledetti” di Apple riescono sempre a semplificare le cose oltre ogni più fervida immaginazione…?
Effettivamente le parole di Schiller sono pesanti come macigni: “In cosa è cambiata la formazione scolastica dal 1950 al 2010?” Poco o nulla… e come possiamo pretendere di “interessare” allo studio la generazione di HALO, Call Of Duty o PES con gli stessi sitemi di noi che leggevamo L’Intrepido ed il Corrierino dei Piccoli? Tempo perso.
Ed anch’io credo che “gratis x gratis” e 30% sulla vendita sia, dopotutto, abbastanza equo.
Il libro non è il miglior strumento per imparare.
Lo può essere in determinate materie e circostanze, ma per altre (una per tutte l’informatica) non lo è. E il libro letto sequenzialmente è una cosa buona, ma il libro usato per riferimento è un delirio.
Esempio il K&R per il C. Io non ho MAI letto le appendici, ma il libro forse lo conosco a memoria.
Carte e versione elettronica hanno scopi diversi (K&R direbbero che hanno “scope” diversi 🙂
Gli esercizi di matematica vanno fatti proprio a manina, con la carta e la penna e sai perché?!
http://edue.wordpress.com/2011/08/26/la-chiamavano-continuita/
Io non so se quelli che si lamentano del costo dei libri poi spendono in cazzate, ma se le cazzate trainano l’economia, forse sarebbe bene che i libri costassero comunque meno; per essere accessibili a chiunque e formare dei cittadini migliori.
Se questi poi non vivono sulle spalle altrui, spendessero quel che guadagnano come vogliono.
Il DRM non è il male, è il mercato applicato alla scuola che è male, perché il mercato forma laddove c’è mercato.
Vedi sopra: il calcolo differenziale l’hanno inventato Newton e Leibniz nel 1600. Non è che per questo oggi sia obsoleto. Secondo me un bambino che passa il tempo davanti a HALO, Call Of Duty o PES e non con i Lego, poi finirà per essere un autistico fuori dall’informatica, esattamente come uno che passa la vita davanti al televisore.
Interessare allo studio è il punto.
E per questo servono insegnanti capaci, non e-Book.
Forse tu hai in mente l’informatica e forse lì ti do ragione: un file è molto più pratico di un libro di carta. Se devi studiare la Divina Commedia forse il libro sarebbe meglio averlo di carta. Comunque: siamo in una fase di transizione ed è difficile sapere dove andremo a finire. Per conto mio avere entrambi le versioni (elettronica e cartacea) sarebbe il massimo, però anche io non abito in un castello e non ho una stampatrice in casa e quindi mi adeguo come posso.
Gli esercizi di matematica si fanno a mano, ovvio, ma il testo dell’esercizio lo puoi copiare dal tablet, no? 🙂
Seguo da qualche tempo due blog di librai. Un punto di vista particolare, è vero, ma mi sono fatto l’idea che il prezzo dei libri incida pochissimo sull’acquisto/lettura. ( http://sempreunpoadisagio.blogspot.com/2011/12/davvero-questi-libri-costano-cosi-poco.html ) Ovvio che meno costano i libri meglio è. (E le versioni elettroniche dovrebbero costare mooolto meno di quanto costino oggi.)
Sul DRM sono talebano. 🙂
Intendiamoci.
Io sono contrario al DRM, e l’ho scritto qui più volte.
Quello che intendo è che a livello di formazione scolastica, ovvero l’infrastruttura sulla quale si costruisce il futuro, il problema dei DRM non dovrebbe porsi, perché i DRM sono una parte (perdente) del mercato, ed il mercato NON deve entrare nella formazione.
Sul fatto che i DRM siano la parte perdente del mercato, SOPA ne è la dimostrazione. D’altronde è comprensibile che chi vende immondizia tenti di evitare che il cliente la tratti come tale…
Si, ovviamente c’è necessità di insegnati capaci e preparati e gli ebook sono un mero – ma apprezzabilissimo – riduttore di peso e volume. Ma quel poco che ho visto di iBook2 e iBook Author è un’altra cosa…
Bah, sarà che per un (breve) periodo ho fatto le recensioni della rubrica Multimedia di MC-microcomputer, ma il tutto mi sa di déjà vu; e quella roba ha fatto, giustamente, una finaccia…