Meno parlamenti? [u]

Ecco la traduzione inglese dell’intervista che Mario MONTI ha rilasciato a Der Spiegel: Interview on the Euro Crisis with Italian Prime Minister Mario Monti – SPIEGEL ONLINE nella quale avrebbe detto che

per uscire dalla crisi i governi dovrebbero farsi condizionare meno dai rispettivi parlamenti

Invece, leggendola, c’è scritto

Monti:
I can understand that they must show consideration for their parliament. But at the end of the day, every country in the European Union has a parliament as well as a constitutional court. And of course each government must orient itself according to decisions made by parliament. But every government also has a duty to educate parliament. If I had stuck to the guidelines of my parliament in an entirely mechanical way, then I wouldn’t even have been able to agree to the decisions that were made at the most recent (EU) summit in Brussels.

SPIEGEL:
Why not?

Monti:
I was given the task of pushing through euro bonds at the summit. If governments let themselves be fully bound by the decisions of their parliaments without protecting their own freedom to act, a breakup of Europe would be a more probable outcome than deeper integration.


Scrivevo:

Non so se l’abbia detto, se chi lo riporta come virgolettato lo faccia traducendo ad sensum o letteralmente, e se la stessa frase nel contesto assuma un ruolo diverso.
Pare anche che i tedeschi si siano parecchio risentiti di questa frase, da alcuni riportata come “prima gaffe” o “boomerang”.

Facciamo finta che l’abbia detto.

Ora, parlamento e governo sono la stessa cosa?
No, né il presidente del consiglio dei ministri (ah, con questo premier avete rotto il cazzo), né i ministri debbono essere parlamentari.
Posso esserlo, ci mancherebbe, ma non devono.
Il governo deve ottenere la fiducia in parlamento1 dopo la nomina da parte del presidente della repubblica (per gli esterofili “settebel” in analogia con premier di cui sopra?!).

Non mi pare esista una norma che imponga ad un governo il farsi condizionare dal parlamento.
Il governo porta proposte di legge (in varie forme) in parlamento; lì il parlamento esplica il suo ruolo, che può essere di modifica, di approvazione, di rifiuto.
In questo può condizionare il governo, che se ritiene che un provvedimento sia cruciale per la sua sopravvivenza (in termini di incarico) o per quella del paese tutto, può chiedere il voto di fiducia2, ovvero legare l’approvazione del provvedimento alla sua esistenza. Che in genere prosegue.

In realtà, pare che solo l’1,2% delle proposte di legge di origine parlamentare (escludendo il governo in fase propositiva) divenga legge3.

Con tutti i condizionali d’obbligo (c’è la stampa di mezzo) pare quindi che dopo l’attività di governo Mario MONTI si candidi al nobel per la banalità.
I detrattori, poi…

* * *

  1. Governo Italiano – La formazione del governo
  2. Voto di fiducia – Wikipedia
  3. Fine corsa mai, solo una proposta su cento diventa legge – ilVostro Quotidiano Online

Autore: eDue

Bieco illuminista

2 pensieri riguardo “Meno parlamenti? [u]”

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