All brain

Vi sarete accorti che l’Italia è al centro di un’ondata migratoria dall’est Europa.

Come tutti gli italiani sono seriamente preoccupato per le implicazioni che quest’ondata migratoria comporta: avvocati, medici, ingegneri, professionisti in ogni ramo vedono assottigliarsi le loro aspettative di crescita e guadagno a causa delle controparti straniere che stanno invadendo il Paese.
Presto anche i professori universitari avranno lo stesso problema, schiacciati in percentuali da prefisso telefonico dalla massiccia onda migratoria.
Se continua così finiremo, noi italiani, a fare i lavori più umili e degradanti al servizio di questi dell’est Europa che andranno progressivamente ad occupare la parte apicale della piramide sociale.

Se pensate che non è così, fatevi una domanda: sono sempre i migliori cervelli che scappano?
Oppure quest’altra: ovunque nel mondo si assiste a migrazioni di disperati a bassissima specializzazione e corrispondente scolarità che vanno ad occupare lo stesso livello (in una scala molto più alta, però) in altri paesi; come mai solo dall’Italia si partono eserciti di puri geni incompresi, i cosiddetti cervelli in fuga?
E per finire: come mai gli italiani sono convinti che fuori dall’Italia e ricomprendendo l’intiero sistema solare non si aspetti altro che il loro arrivo a braccia aperte?
E (bonus track) perché altrove dovrebbe essere meglio, visto che il monto è popolato da esseri umani?

Ecco, la prossima volta che sentirete qualcuno inveire contro tutto e dire che “in questo paese mio figlio non ha nessuno sbocco, appena può via di qui”, ditegli che ha un genitore che non ha fatto un cazzo per lui.

Autore: eDue

Bieco illuminista

4 pensieri riguardo “All brain”

  1. Non so chi sostenga “l’incomprensione” (ma in qualche caso credo ci sia “incomprensibilità”) dei “cervelli in fuga” (ok, l’ho scritto, ma non mi piace) ma credo le cose siano leggermente diverse da come le hai prospettate. Non si tratta di una emigrazione di chi non vuole (o non può) attendere uno sviluppo prossimo venturo.. si tratta di una emigrazione di chi vede ridursi ogni giorno di più la speranza di un’inversione di tendenza verso – non tanto il decadimento economico (ci sono i cicli…) – quanto piuttosto un imbarbarimento complessivo della società, un livellamento culturale verso il basso che noi vediamo oggi, ma che è iniziato molti anni fa. Ti segnalo un fondo di Ernesto Galli della Loggia in proposito..
    Dalle mie piccole prospettive personali, casalinghe, vedo che la stazione antartica di McMurdo è “visitabile” ed è collegata via Skype. Quella italiana non può ricevere email più “pesanti” di 10kb. I borsisti di una Facoltà di SMFN che vanno all’estero per una qualsiasi ragione, finiscono (grazie alla loro preparazione) col ricevere offerte di lavoro in laboratori “veri”, con stipendi mediamente doppi, se non tripli, rispetto a noi e con un costo della vita poco superiore al nostro.
    I genitori dei miei figli hanno dato loro un’educazione, hanno cercato di offrir loro le migliori scuole (pubbliche), ma per quelle scuole hanno comprato centinaia di rotoli di carta igienica, tonnellate di libri uguali ma impaginati diversamente (così non ritrovi gli esercizi…), pagato centinai di euro di contributi “volontari” per trovarsi con un bagno per 300 ragazzi, ed oggi il primogenito, che sta finendo il liceo in nord America, si sta rendendo conto che una scuola diversa, una società diversa, una qualità di vita migliore sono cose “possibili”, non fantascienza.
    Spero trovino la loro strada, ovunque sia, e che la loro vita sia serena. E che se andranno lontano… siano come la Fondazione di Asimov, che dall’orlo della Spirale lavorava per il bene dell’Impero tutto.

  2. Evidentemente non mi sono spiegato.

    Ovunque emigrano poveracci, solo da noi ci sarebbero “cervelli in fuga”.
    Curioso, no?

    Siamo un paese di emigranti (1), non di cervelli in fuga, con la sola differenza rispetto al passato prossimo che mandiamo e-Mail e non lettere a casa.

    Sulla società nordamericana consiglio sempre Barbara Ehrenreich

    Nickel and Dimed: On (Not) Getting By in America

    o, in italiano

    Una paga da fame. Come (non) si arriva a fine mese nel paese più ricco del mondo.

    Insieme alla pena di morte, è un posto che NON mi piace.

    * * *

    Convincere qualcuno che questo paese non lo merita non gli rende un buon servigio, perché un coglione prima o poi impatta sul pianeta, quando cerca di volare. Conosco personalmente coglioni che dicono esattamente quello che dici tu, a figli più coglioni di loro; entrambi (i secondi di riflesso) convinti che il pianeta saprà apprezzarli, altro che.

    È evidente che non parlavo dei tuoi figli, perché non conosco né te né loro, ma spero sia chiaro che il mio era un discorso lessicale, prima che sociale.

    * * *

    (1) http://edue.wordpress.com/2013/08/17/migrations-map-where-are-migrants-coming-from-where-have-migrants-left/

  3. Nnn si tratta di convencere nessuno… quanto piuttosto di dare a qualcuno, figli inclusi, “indizi” – se non “prove” – che una società che in molti aspetti funziona meglio della nostra è possibile. Troppi trentenni sono cresciuti credendo che lo sfascio in cui viviamo sia la “condizione naturale”, e che la sopraffazione (della violenza fisica o del denaro è indifferente) sia la risposta più facile, se non l’unica.

    Ah, il coglione più coglione di me… sta in Canada, non negli USA…, ma lui tornera qui, e credo ci resterà. 😉
    (no offense taken)

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