Matteo BORDONE, un opinionista, sostiene che1
Vedere Lost gratis non è un diritto
Questa cosa mi ricorda tanto tanto una vecchia campagna della BSA – Business Software Alliance che sosteneva che2
Copiare software è reato
Sembrano due ovvietà, e invece sono due cazzate.
La seconda affermazione è stata oggetto di condanna da parte dell’AGCM che ha accolto l’esposto di Emmanuele SOMMA3 ed altri, che sostenevano che copiare il Software Libero non solo non è reato, ma è un bene per il pianeta. La prima?
La prima sottintende che vedere Lost sia una necessità (o se preferite che sia inevitabile) e che non ci sia modo di farlo gratuitamente.
Invece Lost è visibile in chiaro e gratis su alcune televisioni commerciali nazionali.
Qualcuno dirà: ma non l’ultima serie.
Beh, basta aspettare.
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Pare che Crozza abbia copiato tre battute da Twitter e le abbia recitate in TV.
Subito, in assenza di pitbull assassini, spalatori infartuati e nevicate copiose fortunatamente previste per il fine settimana, il mondo dell’informazione si è scatenato e si è diviso tra detrattori del plagiatore e suoi accòliti.
Tra costoro Michele SERRA, un opinionista, sostiene che4
Il bravo comico (per esempio Crozza) sa rendere comica, usandola nel modo giusto e al momento giusto, anche una battuta media. Il cattivo comico rende loffia e inerte anche una buona battuta, per esempio scrivendola su Twitter. La comicità è rischiare la faccia davanti a un riflettore. Il resto è diceria nell’ombra, mormorio degli assenti.
Serra è vittima del suo ruolo di opinionista.
Un’opinione al giorno su tutto lo scibile non è umanamente sostenibile, ma è imposta da contratto.
Sarebbe bello se le rubriche sui giornali ci fossero solo quando gli editorialisti hanno qualcosa da dire, così come sarebbe bello che i giornali cambiassero foliazione ogni giorno in base quanto hanno da scriverci dentro. Invece per questioni di economicità produttiva e logistica, meglio stabilire forma a dimensioni del prodotto a priori e poi riempirle comunque; di minchiate se le notize sono in difetto o preferendo loro le minchiate altrimenti.
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Quanto a Crozza, che non fa ridere, e il frastuono in Internet sul furto di tre battute, che transitivamente erano scarse, mi sento di parafrasare Oscar Luigi SCALFARO5:
Se è vero che nei 5 minuti di presenza in TV, le battute del Nostro sono risultate dei plagi e questo ha messo in fermento il social network dal quale sarebbero state copiate, questo è il metro della svalutazione del popolo della rete, e non è certo un vanto.
Del resto la rete è largamente popolata da vanity press, che per definizione è quella che non pubblicherebbe nessuno. In questo caso c’è un signor nessuno che la ricicla.
Ora, il plagio, la pirateria.
A me viene un dubbio.
Premetto che non ho mai scaricato un contenuto in maniera illegale e non ho nemmeno accettato di possederlo illegalmente se di provenienza altrui; immagino di averlo fatto perché sono integro moralmente e perché temo le conseguenze se scoperto.
E invece no.
Timore e integrità sono due aspetti; il terzo e preponderante è che non scarico compulsivamente, non ho il gusto del possesso. Se compro un contenuto è perché lo voglio, perché mi serve, perché immagino mi piaccia, o ho avuto modo di provarlo.
Ho comprato molta musica.
La mia libreria iTunes, regolarmente rippata dai CD originali, conta al momento 412 album per 189 artisti; direi che è un buon 50% del totale dei CD che ho.
Adesso compro pochissima musica, perché quella che gira da una ventina d’anni, con rarissime eccezioni, nella migliore delle ipotesi è una riproposizione del già sentito, del già visto.
Il perché è chiaro, perché gli “artisti” sono degli stipendiati, che timbrano il cartellino, fanno il tour, timbrano il cartellino, fanno il disco nuovo. Se il tour è fiacco quanto a ricavi la spallina velcro farà in modo di scoprire una sisa al momento stabilito. Se il disco è fiacco si farà in video in tanga per ogni brano.
Non sarà che la pirateria è connaturata alla pochezza dei contenuti per i quali nessuno o quasi si sentirebbe di spendere?
E siccome il prodotto è dappoco, il grosso è ricarico; le persone non dovrebbero accorgersene?
La soluzione è giustificare la pirateria?
No, la soluzione è:
– migliorare i contenuti
– ridurre gli acquisti.
Ecco, secondo me, impossibilitati ad intervenire sul primo punto, si interviene singolarmente sul secondo; alcuni non comprando o comprando assai di rado come me, altri non comprando se non al prezzo che ritengono congruo: zero.
Parlo di musica, ma per i libri vale lo stesso.
Su TV e cinema non mi pronuncio perché non frequento da anni, e quando mi capita mi pare che il tempo si sia fermato.
Detto altrimenti: non sarà che in vendita c’è robetta che nessuno è disposto a comprare?
E infine: se uno è disposto, perché rompergli i coglioni con i DRM6?
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- ilPost.it – Vedere Lost gratis non è un diritto
- Dichiarato inlegale lo spot BSA
- SOMMA, Emmanuele – About me
- MANTELLINI, Massimo – Vicedirettore di Rai 2
- eDue – Ricostituente
- eDue – A book, is a book, is a book, isn’t an e-Book
Quanto al titolo: EL&P – Pirates.