Deep Packet iNspection

We ran a few tests and this is what we found: most files arrive bit-for-bit identical compared to the files that were sent. But sure enough, MP3 files were downgraded considerably. The 5.12 MB stereo 228 kbps file I bought from Amazon was downgraded to 1.4 MB mono 62.4 kbps on receipt after transfer through Messages.

Messages compacts MP3 audio | TUAW – The Unofficial Apple Weblog

The day the music died – FT.com

The King Crimson leader is in a period of professional turmoil. He has stopped making music and doesn’t know when he might resume. “My life as a professional musician,” he tells me, “is a joyless exercise in futility.

Da: The day the music died – FT.com.

Ho già affrontato praticamente tutti i temi presenti nell’articolo in passato; li riporto qui giusto per voi due:

  1. eDue – A Scarcity of Ideas
  2. eDue – RFCC (TrecCKani)
  3. eDue – Fripp, Double Fripp, Bob and Drop

Condivido il fatto che se uno non ha più nulla da dire artisticamente è meglio che taccia. Mi resta il dubbio del perché alcuni annuncino la loro uscita di scena.
Non basta uscire?

* * *

Grazie a Vic per la segnalazione.

Hic non sunt leones – Parte 2

Già, le applicazioni1.

È per quello che usiamo un computer, perché ci sono le applicazioni.
Ora, io col computer ci lavoro, ci passo davanti tutta la giornata. Alla lunga ci avrò passato davanti buona parte della vita cosciente.
E ci studio, anche questo da una vita.
Le applicazioni che uso le uso per scelta e per necessità; alcune le ho dovute abbandonare perché il produttore le ha dismesse come Canvas2 che incredibilmente è diventato un prodotto Windows dopo essere stata il secondo motivo per cui comprare un Mac. Quando Apple ha dismesso Rosetta e quindi ha impedito ai suoi sistemi di far girare le applicazioni PowerPC, io ero già nel tunnel della Creative Suite con la quale sono enormemente meno produttivo, ma ero preparato. Alla fine Illustrator dopo quindici versioni ha financo la possibilità di scegliere a valle la direzione e lo stile delle frecce sulle linee e persino la possibilità di far sì che la freccia stia nella lunghezza del segmento; semplicemente sublime.

Grazie a Canvas mi specializzai in illustrazione scientifica; all’epoca Freehand e Illustrator non si sognavano nemmeno le curve di Bézier e non si sognano ancora oggi di poterle editare con un semplice doppio clic su qualunque forma. Le composizioni di Canvas restano lo stato dell’arte; la possibilità di editing dei pattern e dei riempimenti vettoriali sono ancora imbattute e credo lo resteranno per molto tempo. I rettangoli con gli angoli arrotondati e la possibilità di usare a posteriori una maniglia per cambiarne al curvatura sono un sogno per gli utenti Adobe. Su Snow Leopard Canvas gira ancora, ma non è supportato da anni e resta pieno dei suoi bug d’epoca; ho tutto il pregresso e non posso perderlo.
In editoria il pregresso non è storia, ma quotidianità; si fanno nuove versioni, nuove edizioni, si fanno modifiche ed errata. Non posso e non voglio buttarlo.

Le cose nuove, però, le faccio con Illustrator (anzi Frustrator™), ma va bene; è uno standard de facto, esporta in EPS e PDF e fotocomporre con parti da Photoshop in In Design è oggettivamente più facile che non con Canvas.
Ecco, questo è un caso in cui ti rassegni a perdere la curva di apprendimento e le competenze per sopravvivere alle novità.

Ma ci sono casi in cui questo non è possibile.
Un caso impossibile è Office.
Ho molti documenti in Word che sono stati creati molti anni fa e sono costantemente aggiornati. Alcuni sono particolarmente preziosi come quelli di matematica, geometria e fisica di livello universitario, che sono file di 20, 30 MByte pieni di formule e figure. La figure fatte come sopra e le formule fatte con MathType, del quale sono stato un betatester tra i più (c)attivi.
Questi documenti sono delicati; un kerning che cambia dell’1% su 200 pagine diventa un troiaio ingestibile, indici inservibili, pagine mezze vuote per figure che vanno a pagine nuova, formule che cambiano aspetto se le editi e diventano diverse dalle altre.

Ora, qualcuno dirà che per questo c’è In Design e che word non può e non deve fare impaginazione.
Certo, ma questi file sono strumenti non fini; sono mezzi, sono attrezzi.
Quando ho iniziato a produrli (Word 5.1) Xpress costava come un’utilitaria.
Come ogni persona che lavori in un ambito industriale sa, non puoi cambiare i processi perché il fornitore cambia materiale, sopratutto senza dirtelo.

Bene, questi documenti sono .doc, e devono restare .doc.
Per lavorarci uso Office 2008.
Ecco cosa succede se si prova a passare al 2011, necessario in Lion.

Succedono fondamentalmente due cose: la prima è che l’apertura di questi documenti impiega minuti.
Sulla stessa macchina con 10.6, con Office 2008, il documento si apre in una decina di secondi.
La seconda è che il salvataggio dei documenti impiega minuti; minuti.
Ah, succede anche una terza cosa: se aprite il .doc e lo salvate in .docx, il file non viene salvato.
Non funziona il Save As... punto.
Mettiamo che funzioni (e sono all’undicesimo aggiornamento, e non funziona). Ma mettiamo che funzioni.
Lo salvate, lo chiudete, lo aprite e trovate un altro documento.
Il testo bruto è lo stesso ma tutto il resto, non c’è più.
Mettiamo che riducendo ancora la dimensione del file (capito il trucco?! nel 2012) stia tutto al suo posto.
Se scrollate il documento, ad un certo punto vi viene detto che non c’è memoria sufficiente per visualizzarne il contenuto; da quel momento può succedere di tutto. Magari ci lavorate un po’, salvate, lavorate, salvate, lavorate, salvate, chiudete, aprite, perdete tutto quello che avete fatto.
OK, non continuate a lavorarci e lo chiudete. Magari.
Non fa nemmeno quello.

Ora, qualcuno dirà che Office non lo fa mica Apple, ma io gli dirò e sticazzi non ce lo metti?!
Resto su Snow.

Anche perché anche Apple ci mette del suo.
Ad esempio con iTunes.
Sotto Lion, iTunes perde parti di sincronizzazione verso iPhone ed iPad (ad esempio la possibilità di sincronizzare gli account di e-Mail, che per chi ne ha undici come il sottoscritto…), ma sopratutto, stessa macchina, stesso disco solo una diversa partizione, ed anche puntando la stessa cartella di contenuti e loggandosi con lo stesso ID Apple pretende di autorizzare nuovamente la macchina, comunicando che si è già raggiunta la soglia delle cinque.
Passi. Poi appena colleghi l’iPhone ti dice che i contenuti sono stati sincronizzati con un utente diverso e chiede se vuoi cancellare.
Pure.
E tutto questo solo per garantirsi che tra noi adolescenti non ci si scambi Angry Birds gratuitamente3?

E poi le applicazioni non solo si usano, ma si scrivono.
Ma di questo parleremo un’altra volta.

* * *

Aggiornamento

La saga di Microsoft™ Office™ 2011 continua con il SP2. Leggete i commenti.

* * *

  1. eDue – Hic non sunt leones
  2. eDue – Antani Illustrator™
  3. eDue – A book, is a book, is a book, isn’t an e-Book

I see your hunger for a fortune

Matteo BORDONE, un opinionista, sostiene che1

Vedere Lost gratis non è un diritto

Questa cosa mi ricorda tanto tanto una vecchia campagna della BSA – Business Software Alliance che sosteneva che2

Copiare software è reato

Sembrano due ovvietà, e invece sono due cazzate.

La seconda affermazione è stata oggetto di condanna da parte dell’AGCM che ha accolto l’esposto di Emmanuele SOMMA3 ed altri, che sostenevano che copiare il Software Libero non solo non è reato, ma è un bene per il pianeta. La prima?
La prima sottintende che vedere Lost sia una necessità (o se preferite che sia inevitabile) e che non ci sia modo di farlo gratuitamente.
Invece Lost è visibile in chiaro e gratis su alcune televisioni commerciali nazionali.
Qualcuno dirà: ma non l’ultima serie.
Beh, basta aspettare.

* * *

Pare che Crozza abbia copiato tre battute da Twitter e le abbia recitate in TV.
Subito, in assenza di pitbull assassini, spalatori infartuati e nevicate copiose fortunatamente previste per il fine settimana, il mondo dell’informazione si è scatenato e si è diviso tra detrattori del plagiatore e suoi accòliti.

Tra costoro Michele SERRA, un opinionista, sostiene che4

Il bravo comico (per esempio Crozza) sa rendere comica, usandola nel modo giusto e al momento giusto, anche una battuta media. Il cattivo comico rende loffia e inerte anche una buona battuta, per esempio scrivendola su Twitter. La comicità è rischiare la faccia davanti a un riflettore. Il resto è diceria nell’ombra, mormorio degli assenti.

Serra è vittima del suo ruolo di opinionista.
Un’opinione al giorno su tutto lo scibile non è umanamente sostenibile, ma è imposta da contratto.

Sarebbe bello se le rubriche sui giornali ci fossero solo quando gli editorialisti hanno qualcosa da dire, così come sarebbe bello che i giornali cambiassero foliazione ogni giorno in base quanto hanno da scriverci dentro. Invece per questioni di economicità produttiva e logistica, meglio stabilire forma a dimensioni del prodotto a priori e poi riempirle comunque; di minchiate se le notize sono in difetto o preferendo loro le minchiate altrimenti.

* * *

Quanto a Crozza, che non fa ridere, e il frastuono in Internet sul furto di tre battute, che transitivamente erano scarse, mi sento di parafrasare Oscar Luigi SCALFARO5:

Se è vero che nei 5 minuti di presenza in TV, le battute del Nostro sono risultate dei plagi e questo ha messo in fermento il social network dal quale sarebbero state copiate, questo è il metro della svalutazione del popolo della rete, e non è certo un vanto.

Del resto la rete è largamente popolata da vanity press, che per definizione è quella che non pubblicherebbe nessuno. In questo caso c’è un signor nessuno che la ricicla.

Ora, il plagio, la pirateria.
A me viene un dubbio.

Premetto che non ho mai scaricato un contenuto in maniera illegale e non ho nemmeno accettato di possederlo illegalmente se di provenienza altrui; immagino di averlo fatto perché sono integro moralmente e perché temo le conseguenze se scoperto.

E invece no.
Timore e integrità sono due aspetti; il terzo e preponderante è che non scarico compulsivamente, non ho il gusto del possesso. Se compro un contenuto è perché lo voglio, perché mi serve, perché immagino mi piaccia, o ho avuto modo di provarlo.

Ho comprato molta musica.
La mia libreria iTunes, regolarmente rippata dai CD originali, conta al momento 412 album per 189 artisti; direi che è un buon 50% del totale dei CD che ho.
Adesso compro pochissima musica, perché quella che gira da una ventina d’anni, con rarissime eccezioni, nella migliore delle ipotesi è una riproposizione del già sentito, del già visto.

Il perché è chiaro, perché gli “artisti” sono degli stipendiati, che timbrano il cartellino, fanno il tour, timbrano il cartellino, fanno il disco nuovo. Se il tour è fiacco quanto a ricavi la spallina velcro farà in modo di scoprire una sisa al momento stabilito. Se il disco è fiacco si farà in video in tanga per ogni brano.

Non sarà che la pirateria è connaturata alla pochezza dei contenuti per i quali nessuno o quasi si sentirebbe di spendere?
E siccome il prodotto è dappoco, il grosso è ricarico; le persone non dovrebbero accorgersene?

La soluzione è giustificare la pirateria?
No, la soluzione è:
– migliorare i contenuti
– ridurre gli acquisti.

Ecco, secondo me, impossibilitati ad intervenire sul primo punto, si interviene singolarmente sul secondo; alcuni non comprando o comprando assai di rado come me, altri non comprando se non al prezzo che ritengono congruo: zero.

Parlo di musica, ma per i libri vale lo stesso.
Su TV e cinema non mi pronuncio perché non frequento da anni, e quando mi capita mi pare che il tempo si sia fermato.

Detto altrimenti: non sarà che in vendita c’è robetta che nessuno è disposto a comprare?

E infine: se uno è disposto, perché rompergli i coglioni con i DRM6?

* * *

  1. ilPost.it – Vedere Lost gratis non è un diritto
  2. Dichiarato inlegale lo spot BSA
  3. SOMMA, Emmanuele – About me
  4. MANTELLINI, Massimo – Vicedirettore di Rai 2
  5. eDue – Ricostituente
  6. eDue – A book, is a book, is a book, isn’t an e-Book

Quanto al titolo: EL&P – Pirates.