Cellulare con lentezza

La notizia è che Mozilla Foundation ha cambiato il nome in codice del progetto B2G – Boot To Gecko in uno più spendibile in termini di marketing, chiamandolo Firefox OS1.
Per il resto si tratta di un ambiente HTML5 + JavaScript.

Se a qualcuno suona familiare, dobbiamo ricordare che Palm, che pure vantava il titolo di inventore dello smartphone propriamente detto (anche se per via indiretta avendo comprato Handspring che costruiva telefoni basati su Palm OS), con gli stessi presupposti è fallita.
E si badi che quanto a maturità, amichevolezza e qualità il webOS2 era un prodotto fatto e finito.
In quel momento la stessa Apple aveva rinunciato alle webApp (che pure aveva presentato come il fondamento di iPhone) in favore di applicazioni scritte in Objective-C sulle API Cocoa Touch per i suoi dispositivi touch.

Certo che l’HTML5 con JS può dare una grossa mano alle webapp, ma pensare che tutto si possa ricondurre ad una webapp è sbagliato.

I telefoni, potenti quanto vuoi, dual, quad, octocore, octopussy (quelli per adulti), con 16 GBytes di RAM ed altrettanti di ROM, con 256 GBytes di storage, saranno comunque dei cosi che dovranno stare in una tasca e stare accesi per ore.
Non c’è motivo per eseguire codice interpretato.

E, sopratutto, non c’è modo di venderlo alla maniera dell’AppStore, del Crome Store (o come di chiama), dell’Android Market, ecc.

Inoltre non è nemmeno provato (anzi, ho dei seri dubbi che sia proprio l’opposto) che introdurre dei JITC (Just In Time Compliers) con il loro overhead sia la soluzione; anzi…

Dunque la situazione è che attori di enorme rilevanza, hanno abbandonato (rispettivamente nolenti e volenti) l’idea di un browser come interfaccia verso l’hardware.
Segnatamente, non è che i Chromebook3 vadano alla grande, ammesso che qualcuno si ricordi cosa fossero.
Ma qui parliamo di oggetti tascabili; finora in questa fascia di mercato si sono registrati solo fallimenti.

Perché?!
Beh, perché non tanto l’HTML5 (che tralaltro ancora non è uno standard4), ma JavaScript sui dispositivi mobili è un inferno di lentezza.
Firefox, d’altro canto, è stato rapidamente scalzato dall’essere il principale competitore di Internet Explorer da Google Chrome proprio in virtù della sua proverbiale lentezza.
Con questi presupposti che dire di Firefox OS?

Auguri.

P.S.: non ho voluto dire diffusamente dell’impossibilità di creare un ambiente di mercato delle applicazioni (con relativo lockin o walled garden) perché non è detto che questo sia un punto a sfavore, ma certamente è un handicap; solo mi pare il problema minore che i mozilli dovranno affrontare.

* * *

  1. Mozilla Gains Global Support For a Firefox Mobile OS | The Mozilla Blog
  2. eDue – webOS.net si veda anche la bibliografia
  3. eDue – Chrome OS ed il ritorno del Trusted Computing
  4. A Book Apart, HTML5 For Web Designers

Sull’argomento si veda anche:

SandBook

Google has accepted responsibility for a kernel panic issue on Apple’s new MacBook Airs that was apparently being caused by a graphics resource leak in its Chrome browser1.

“We have identified a leak of graphics resources in the Chrome browser related to the drawing of plugins on Mac OS X. Work is proceeding to find and fix the root cause of the leak.

The resource leak is causing a kernel panic on Mac hardware containing the Intel HD 4000 graphics chip (e.g. the new Macbook Airs). Radar bug number 11762608 has been filed with Apple regarding the kernel panics, since it should not be possible for an application to trigger such behavior.

While the root cause of the leak is being fixed, we are temporarily disabling some of Chrome’s GPU acceleration features on the affected hardware via an auto-updated release that went out this afternoon (Thursday June 28). We anticipate further fixes in the coming days which will re-enable many or all of these features on this hardware.”

  1. Google admits Chrome bug responsible for crashing MacBook Airs

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Ora, qualcuno potrà dare contro a Google dicendo che fa programmi di merda e li aggiorna silenziosamente per correggere qualcosa e introdurre nuovi buchi, ma il problema è che un’applicazione scritta pure di merda non può schiantare un sistema operativo moderno. Quindi la notizia non è che Chrome schianta i Mac, ma che i Mac nel 2012 schiantano se un’applicazione è scritta male.
E no, non vale la scusa che se l’applicazione fosse stata scaricata dall’App Store sarebbe stata testata ed avrebbe la sua bella sandbox; no, qui parliamo di codice non malevolo scritto sciattamente.
Quindi è sul Mac OS X che è stata scoperta una falla.

Poi, sempre a proposito di buchi… Omonimia fra dischi e AppleScript | Zooid, il figlio di HAL.

Air Mozilla

Che i browser abbiano un’usabilità di merda non c’è bisogno di alcuna trattazione specifica per scoprirlo.
Che Mozilla Foundation abbia introdotti alcune novità nei browser (una per tutte i tab) è noto, ma come i Radicali non è che uno può continuare a votarli per meriti di quarant’anni fa.
Speriamo che Junior, che ad Alfa romeo non è riuscita granché ultimamente, riesca meglio a loro: Product Design at Mozilla | Air Mozilla.

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  1. eDue – È un problema di usabilità

New Internet Explorer 7 Tax

Today at Kogan we’ve implemented the world’s first “Internet Explorer 7 Tax”. The new 6.8% tax comes into effect today on all products purchased from Kogan.com by anyone still insistent on using the antique browser.

But don’t worry, unlike other taxes, we’re making it easy to get around this one with a simple upgrade away from IE7 :).

The way we’ve been able to keep our prices so low is by using technology to make our business efficient and streamlined. One of the things stopping that is our web team having to spend a lot of time making our new website look normal on IE7. This is an extremely old browser, so from today, anyone buying from the site who uses IE7 will be lumped with a 6.8% surcharge – that’s 0.1% for each month IE7 has been on the market

It’s not only costing us a huge amount, it’s affecting any business with an online presence, and costing the Internet economy millions.

Da: New Internet Explorer 7 Tax 🙂 –

Grazie ad EC per la segnalazione.

Ufficiali ma inespressivi

Apple ha aggiunto le emoji delle coppie gay in iOS 6. Solo che non sapendo come si sta in una coppia gay, non ha fornito loro alcuna espressione facciale.

Apple has greatly expanded the emoji palette with the new iOS 6, including these two gay and lesbian icons which weren’t present in iOS 5. I wouldn’t be surprised if same sex couples with babies appear in iOS 7.

There’s only one question: why don’t the gay and lesbian couples have any facial expressions?

Si noti inoltre che nelle le famiglie etero con figli, il maschio ha i baffi e la femmina il rossetto.
Hai visto mai che il pupo non capisse la differenza…

Comunque pare che Cecchi Paone conosca le reali identità dei modelli usati per le emoji.

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Da: Apple Adds Gay and Lesbian Couple Icons to iOS 6.
Immagine da http://img.gawkerassets.com/img/17pr6gyr33ilgjpg/original.jpg

Il prossimo mese con 15,99 € si va in Montagna con demo di piatti

La tipizzazione di Apple nel dopo Jobs si è vista per la prima volta ieri a San Francisco, in occasione del keynote di apertura del WWDC 2012.
L’Apple che ne è venuta fuori è una società con una capacità di adattamento maggiore, ed una decisa tendenza all’introversione.
Un paradosso, insomma.

L’apertura del keynote è stata affidata ad un video di Siri che faceva battute da nerd.
Roba da Microsoft, roba da sviluppatori; roba da gente che va in giro con magliette sulle quali, in Monaco a corpo 72, campeggiano scritte come Unix is user friendly. It's just very selective about who its friends are.
Roba da conferenza di programmatori; appunto.

Siccome a parte Cook gli altri sono i soliti (a parte il norcino che ieri non s’è visto e male non ci sarebbe stato, ieri), Apple si sta adattando.
Non è più una messa laica per tutti, ma una messa diversa in base all’audience.

Questa parte è una forma di estroversione, ed è l’impatto minore dell’era Cook; ma è una deformazione da impatto; Cook avrà detto ai suoi di dare alla clientela (e quella di ieri era fatta di nerd in gran parte – come lo so? Voi applaudireste un’API?!) quello che la clientela vuole. Ieri non c’erano fighetti in platea, c’erano geek.

Ecco allora OS X 10.8 Mountain Lion tra un mese a 15,99 €.
Ecco iOS 6 che integra Facebook (WOW, una mossa per seguire gli umori e le tendenze, ma una nullità in termini di architettura).
Ecco le nuove API per le mappe.
Ecco altre cose di cui, francamente, non fotte nulla a nessuno a parte gli astanti.
Appunto.
Bene, questo Cook l’ha capito e Apple l’ha fatto.

Ma per la prima volta Apple sembra Dell, sembra Lenovo, sembra un po’ pure Asus.
Avete presenti i loro store online?

Partiamo dal Mac Pro2.
Definirlo nuovo è falso.
Niente Thunderbolt, niente USB3, niente scheda grafica reference.
Processori overclockati e via, giusto per dire ce l’abbiamo.

Poi via i MacBook Pro da 17″.
E qui ecco Dell, ecco Lenovo.
Ricordate The New iPad?
Ne avevo detto male1: la gente capirebbe forse la differenza tra iPad 2 e iPad 3, ma non riesce a capire quella tra iPad 2 e The New iPad.
E il prossimo come sarà?
The Earliest New iPad? The Very New iPad? The Really All New iPad?

Ma a questi, alla fine, si sopravvive pragmaticamente: iPad 2 e iPad 3.
Ai dipendenti AAPL sarà vietato chiamarli così, ma ai loro clienti no.
E non credo che si possano rifiutare di vendere se il cleinte non dice il nome esatto, come si fa coi ragazzini che non vogliono dire “per favore” e poi “grazie”, no?!
Come si dice? Eh?!
Come si dice?!
Deniùaiped?
Ahmbè…

Non ho capito bene (io… figurati) questa storia del “terzo” MacBook oltre agli Air ed ai Pro (ora entrambi con marmitta Polini e carburatore lappato).
Se cerchi aiuto online, anche dal punto di vista grafico, adesso lo Store è un casino:

Ecco; potete scegliere tra MacBook Air da 11″ e 13″, oppure tra MacBook Pro da 13″ o da 15″, oppure un MacBook Pro con display Retina da 15,4″.

Di quest’ultimo (che se proprio proprio avessero dovuto, avrebbero almeno potuto chiamare MacBook Retina, che fa cacare uguale, ma almeno è chiaro), si sa che ha meno disco, meno porte, ma è molto, molto piatto.

Come un Air?
Appunto. Però è Pro.
Aha.
MacBook Air Pro?
Troppo Nike, eh?!
Ecco! MacBook Fried Air.

Aggiornamento

Apple ha rimosso dallo Store online l’etichetta “nuovo” da un prodotto vecchio di tre anni2.
Poi, nel solco della tradizione, ha introdotto un connettore inutilmente incompatibile col resto del modo e con sé stessi

e vogliono 10,00 €3.

* * *

  1. eDue – The Dear Old iPad
  2. Macitynet.it – Apple ha tolto l’etichetta “Nuovo” dai Mac Pro sull’Apple Store
  3. Apple.it – Convertitore da MagSafe a MagSafe 2

Software libero for dummies

Io non sono un fan.
Di nulla e di nessuno.
Men che mai di Stallman, che mi dà l’orticaria.
Ma semmai dovessi parlare in pubblico di software libero, e scrivere su un giornale è parlare in pubblico con l’aggravante che scripta manent, cercherei di dire cose vere (parlando di tecnologia esistono delle verità) e poi di dirle correttamente.

Un fiume di denaro pubblico che, in un momento di ristrettezze come questo, non può che riportare in auge il tema dell’open source, il codice sorgente libero e quasi gratuito.

Ora, che l’open source sia il codice sorgente libero e quasi gratuito, titolando software libero, mi sa di definizione alla Bartezzaghi: ch’avrà voluto di’?!

Peccato perché il tema dell’articolo sarebbe pure corretto.

MACKINSON, Thomas – Software libero, la Pa risparmierebbe 675 milioni. Ma l’osservatorio è senza risorse Il Fatto Quotidiano.it