Categoria: Repubblicate

Nemmeno un grandissimo cineasta come Clint Eastwood sfugge al sospetto di ritocco: nell’immagine di destra datata 2001, è molto più giovane che in quella di sinistra, che risale al 2008.¹

Si dice che i cani somiglino ai loro padroni e viceversa. Un luogo comune che vorrebbe la similitudine dovuta al lungo tempo che si passa insieme. Allora i camionisti e i loro Tir? Anche loro passano tanto tempo insieme…²

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1. Repubblica.it – Fotoconfronto: star maschili col ritocco
2. Repubblica.it – Cosa hanno in comune i camionisti e i loro camion?

Vorrei richiamare la vostra attenzione sul convertitore di valuta in basso a destra nell’immagine. Chissà quali altri preziosi strumenti contiene la neonata sezione di Repubblica.it in collaborazione con Bloomberg.

Gli hacker che craccavano wall per svuotare conti corrente o scoprire documenti della NATO sono preistoria. Le nuove gang, le cosiddette Hollywood Leaks, ora vanno ben oltre e sono riuscite a entrare negli account Twitter delle celeb e a rubare le foto dei vip nudi che loro stessi conservano sul cellulare.¹

Una rarissima collezione di stronzate quasi al limite dell’allucinazione, che per uno che lavora a Repubblica potrebbe essere la patria natia di Pollicino.

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1. La Repubblica.it – Gli hacker denudano Hollywood

Passa alla Croazia

Sul sito di Repubblica, o su quello de L’Espresso, mai capito come facciano a mischiare i domìni in quel modo, c’è una sezione che si chiama Inchieste.

Tu pensa…

Faccio un eccezione pasquale alla moratoria sulle minchiate rotanti de La Repubblica.it per un caso umano¹.

Non c’era proprio una foto in cui non se la fosse fatta sotto, eh?!

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1. La Repubblica.it – Addio a Vezio, nel suo bar la storia del Pci (22.04.2011)

Ilvo DIAMANTI ha avuto un infarto¹. Come lo so? L’ha scritto lui sul giornale.

È un racconto di una persona che ha vissuto un rischio e l’ha superato, e come tale non va commentata; ma può essere commentata come articolo giornalistico, visto che è stato pubblicato su un giornale.

Due cose: la prima è che pensare che un infarto sia un segno, che sia un segno non casuale e che il fatto che si abbia il culo (prima che il cuore) per superarlo sia un segno e non un caso, non è del buon giornalista. Sarà probabilmente sconvolto, lo dice anche, ma ripeto l’ha scritto su un giornale non sul suo diario.
La seconda è che, pare, una delle conseguenze dell’infarto sia l’affaticamento a fronte di uno sforzo minimo. Ad esempio quello di arrivare. A fine. Frase. Oppure. L’articolo. È punteggiato. A cazzo.

Auguri di pronta guarigione, che pare già in atto, e di superare mentalmente questo accadimento, che non è un segno, è un po’ una sfiga, finita con la fortuna di poterla raccontare.

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1. DIAMANTI, Ilvo – Quando il cuore si ferma da La Repubblica.it