Ecco l’Italia che ci piace

Designed by Arduino in Piedmont. Assembled in Italy 😉

* * *

Per usare l’IDE Arduino 1.0 su Debian Squeeze 6.x non è possibile installarlo direttamente con apt-get perché la versione in Stable è la 0018+dfsg-6 e la libreria librxtx è la pre2-2; tuttavia usarlo è piuttosto semplice seguendo questi accorgimenti1:

Arduino 1.0 and Arduino UNO on Debian squeeze (6.0.3)

These steps describe how to get started with an arduino uno and debian squeeze. First we will install all dependencies. Next we download and extract the latest arduino 1.0 binary for linux. And finally we adjust some settings. All really easy.

NOTE 1: current arduino package in stable (squeeze) is version 0018+dfsg-6.
NOTE 2: arduino 1.0 has just been accepted in unstable (sid).

1. Dependencies

REMEMBER: the arduino UNO requires librxtx-java 2.2pre2-3 or higher. The current stable package is pre2-2. The easiest way around this is to temporarily add testing to your sources. Testing currently uses pre2-10.

So edit your /etc/apt/sources.list (or use your favourite gui package manager) and add:
deb http://ftp.us.debian.org/debian testing main contrib non-free

Now install librxtx-java:
sudo apt-get install librxtx-java

Remove the line again to use stable packages and do:
sudo apt-get install gcc-avr avrdude gcc avr-libc libantlr-java libecj-java libjna-java liboro-java openjdk-6-jdk

2. Download the binary for linux 32 bit (or 64 bit, if you must)

links are here: http://arduino.cc/en/Main/Software

3. Extract the folder to a convenient location

For example ~/convenient/location/arduino-1.0

4. Now you can connect your arduino UNO and start the IDE

Double click the ‘arduino‘ script or start it from the shell with:

sh arduino

You will notice that you can’t select a Serial Port in the tools menu. This is probably because you need to add your user to a few groups to get it working.

NOTE 1: you also have to connect your Arduino UNO to be able to select a serial port.
NOTE 2: for a quick test you can run arduino as root with: sudo sh arduino. You should be able to select a Serial Port now.

5. Of course you don’t want to be running the arduino ide as root, so add your user to the groups tty and dialout like so:

sudo usermod -a -G tty yourUserName
sudo usermod -a -G dialout yourUserName

Log off and log on again for the changes to take effect!

NOTE: Some guides tell you to add your user to the uucp and/or don’t add your user to the dialout group. If things don’t work try those. Or check the group of your serial port. For example /dev/ttyACM0 (should be dialout). Then add your user to this group.

Funziona.

* * *

  1. Arduino.cc – Arduino 1.0 and Arduino UNO on Debian squeeze (6.0.3)

Immagini da http://arduino.cc/en/Main/ArduinoBoardUno e http://arduino.cc/en/Main/ArduinoEthernetShield

Stampare su una stampante USB condivisa con Apple AirPort Express 2011 con Debian 6.x

Lanciare Synaptic1

cercare “bonjour

installare

libavahi-compat-libdnssd1

aprire un browser

andare su http://127.0.0.1:631/

aggiungere la stampante, connessa alla porta USB della AirPort Express2 che risulta come “di rete”.

Funziona.
Provato sul famoso HP 6203.

* * *

  1. Wikipedia.it – Synaptic
  2. Apple.it – AirPort Express
  3. eDue – Sta arrivando… (u)

Sta arrivando… (u)

Eccolo:

HP 620

Modello WT243EA T6670 2GB 320GB 15.6 (Win7 Pro ma presto, molto presto, verrà piallato a favore di una Debian 6.x1)

Processore Intel Core 2 Duo T6670 @ 2,2 GHz2
Memoria RAM 2 GB (8 GB Massima)
Hard disk 320 GB
Card reader 2in1
Display LCD 15.6" 1366 x 768 LED (16:9) Antiriflesso
Scheda video Intel GMA 4500MHD
Memoria VRAM dedicata No
Webcam Si
Scheda audio integrata
Supporto ottico DVD±RW DL
Porte di comunicazione 3 USB 2.0; 1 HDMI; 1 ingresso microfono stereo; 1 uscita cuffia/linea stereo; 1 alimentazione CA; 1 RJ-45; 1 monitor VGA esterno
USB 3
VGA esterna Si
HDMI Si
Scheda Ethernet 10/100 MB
Standard WiFi 802.11/N
Bluetooth 2.1
Prezzo € 265,00 + IVA = € 320,653

Sostituisce il vecchio HP 5304.

Problemi con l’audio

Di tanto in tanto Debian aggiorna qualcosa lato ALSA subsystem, di cui nella Squeeze sono forniti i driver 10.0.23* che NON vanno bene per questa macchina.

La soluzione è banale: quando sparisce l’audio ed ogni periferica che faccia riferimento all’audio dai vari pannelli di configurazione, basta reinstallare (dai sorgenti) i driver ALSA.

Si fa così5:

  • si scaricano i sorgenti del driver ALSA dal sito dell’ALSAProject
  • si va nella cartella espansa e si dà ./configure
  • se configure s’incazza, si installano le linux-headers per la propria configurazione con sudo aptitude install linux-headers-`uname -r`
  • si ricomincia|continua con l’installazione:
  • ./configure --enable-dynamic-minors
  • make
  • sudo make install-modules
  • in coda al file /etc/modprobe.d/alsa-base.conf si aggiunge options snd_hda_intel model=hp
  • si riavvia

Per stampare su una stampante USB condivisa attraverso una Apple AirPort Express, si fa così6.

* * *

  1. Debian – 6.x “Squeeze” amd64
  2. Intel™ Core 2 Duo T6670 – Specifications
  3. Syspack.com – WT243EA T6670 2GB 320GB 15.6 Win7 Pro (è un sito commerciale, NON è un consiglio, lo cito e basta)
  4. Roam – Windows Vista e Linux Ubuntu 7.04 su un HP 530
  5. CrunchBang Linux Forums » Help & Support (Stable)
    [SOLVED] No sound through speakers ma il link ad ALSA non funziona, usate quello che trovate qui sopra nel post
  6. eDue – Stampare su una stampante USB condivisa con Apple AirPort Express 2011 con Debian 6.x

Se c’è la mela, è Jobs

Come d’abitudine, trascrivo (e rivedo) un mio commento ad un post di Stefano QUINTARELLI1.

* * *

Io non so se tu hai delle entrature dirette in Apple in modo da poter senza tema di smentita dire che si chiede tutto a Jobs, decide tutto Jobs, sa tutto Jobs.
Svariate migliaia di lavoratori che pendono dalle labbra di Jobs, non mi pare realistico.

E poi dipende da quello che s’intende per prodotto.

iPod HiFi? Una buca. iWork.com? Una buca. Ping? Una buca. Aperture? Una buca. iWeb? Mobile.me dopo Mac.com? Una buca con stupidissimo parallelo: “M$ has .net, we are introducing today .mac” che non c’entra davvero un iCazzo, come dire che Sun ha Java noi presentiamo iPhoto.
iTunes? Ecco, se Jobs avesse voce in capitolo e una maniacale fissa per estetica, dettagli e progettazioni UCD, ecco iTunes è un tumore cui vengono aggiunte metastasi, un casino incomprensibile, dove a volte devi fare drag’n’drop, altre volte scegliere l’app e poi aggiungere documenti poi sincronizzarli.
La sincronizzazione dei documenti tra iPad e Mac? Impossibile, fai prima a mandarteli (avendoli entrambi sulla scrivania, intendo) per posta via WiFi. L’ha deciso Steve? Ne ha infilate di cazzate ‘sto genio.
È Steve che ha deciso di togliere la possibilità di bloccare la rotazione dello schermo da switch esterno su iPad e poi rimetterla?
Non solo: è Jobs che ha sbagliato la progettazione dell’antenna di iPhone 4? È Jobs che ha scelto il fornitore sbagliato per i pulsanti di accensione degli eMac CRT?
O vogliamo parlare di Xcode? L’ha deciso Steve? Il passaggio tra Single Window e Multiple Window Layout come default, l’ha deciso Jobs?
Decide lui le API delle nuove versioni dei S.O.?!
Sono prodotti, e credo che di molti di questi non conosca nemmeno l’esistenza.
Xserve? un successone.
Dell’iMac G4 a lampada il cui braccio metallico non regge lo schermo dopo un po’, che ne sa?
Forse ne sa qualcosa del PowerMac G4 Cube, che si spegneva se allungavi un dito quando inserivi un disco nel lettore perché aveva il tasto d’accensione dipinto ed a sfioramento?
Dei PowerBook G3 Lombard e Pismo, le cui tastiere si cancellavano dopo qualche mese, e i cui fermi in plastica bronze (centrale con vite in plastica in primis) si rompevano come niente, ne sapeva qualcosa? Peggio: le aveva decise lui?
Del fatto che ogni giro di angolo le Apple Keyboard abbiano un layout diverso dei tasti funzione, colpa sua?
Della vite a brugola troppo lunga dei Plus che finiva sullo chassis interno in lamiera e trasmetteva scossa o fotteva le piastre per elettricità elettrostatica, è responsabile lui?

Non credo.

Credo che partecipi alla catena decisionale e faccia pippa quando i conti non tornano.
Penso che abbia avuto ragione in un numero alto ma normale di casi relativamente al focus aziendale, abbia voluto e spinto alcune tecnologie (ad esempio quelle tattili), ed abbia una visione dell’acquirente americano casalingo che altri non hanno avuto nemmeno per scherzo.

Ma non scordiamo che Andy HERTZFELD2 ha raccontato che Jobs volesse uccidere il progetto Macintosh in favore di Lisa III (del quale furono *interrati* 32.000 esemplari invenduti3 – A Greener Apple) che vision! Quello che ha voluto eMate con sistema Newton, tutto da solo?

* * *

A me pare che a volergli per forza ricondurre tutto si rischia di farne un imbecille almeno quanto un superfantagenio©
Se invece gli si riconosce un ruolo di rilievo nella corta catena di comando (che considero un pregio), si deve almeno riconoscergli di essere parte del valore di un’azienda che stava per fallire ed ha bruciato in valore tutte le altre aziende del pianeta.
Chapeau, per la sua parte intendo.

Vorrei solo far notare che i materiali di marketing che Apple distribuisce alla fine degli eventi sono sempre del tutto identici per toni, frasi e contenuti ai keynote.
O li trascrivono su una versione stenografica di InDesign in diretta, oppure li studiano e lui li impara.
O fa pure marketing e comunicazione?

E soprattutto: tutti tutti gli altri che lavorano la dentro, tutte zappe?

Non un dio, non un superman, non una merda, non un pazzo scemo.
Uno bravo a fare il suo mestiere di frontman e come tale un parafulmine.

* * *

È già partita l’agiografia di Cook: ne ho già letto come di un pacato stakanovista4 che ti fa sentire importante e come di un pazzo con gli occhi iniettati di sangue che passa le sue giornate a demolire le persone con domande a trabocchetto, a lotti di dieci al giorno poi nove *dopo un anno*, ma solo se le azzecchi; sennò in serie di Tartaglia finché non muori5.
Ovvero uno che non avrebbe un cazzo da fare, pagato per rompere i coglioni.

Bah.

Forse l’unica cosa vera che sapremo di Jobs è che ha avuto un tumore, sempre che dopo anni dalla sua morte, che avverrà prima o poi, non si dica che in realtà ha solo finto per raggiungere Elvis, Jackson, Morrison e la Winehouse e che se la spassano assieme con un’età media di centotrent’anni.

C’è solo una cosa che mi sento di dire su tutto questo: che sono l’unico a non sapere dichiaratamente un cazzo sulla storia segreta di Apple, sulla vera storia di Steve P. JOBS, e di tutto quanto gira attorno. Unico sul pianeta e stelle limitrofe.

Fortunatamente chi dovrebbe sapere, per ragioni meramente lavorative, dice che6:

And despite Jobs’s obvious success at Apple, the company’s growth is not due to Jobs alone, says Dhuey.

“The media likes to create this impression that Steve is the only one who does anything at Apple, but the whole company isn’t run by one man.”

* * *

  1. QUINTARELLI, Stefano – Jobs si dimette
  2. HERTZFELD, Andy – Folklore – Macintosh Stories
  3. CARLTON, Jim – Apple: The Inside Story of Intrigue, Egomania, and Business Blunders
  4. GROTHAUS, MichaelTim Cook: my first-person impression of Apple’s new CEO su TUAW
  5. TREMOLADA, Luca – Chi è Tim Cook? che cita DE PONTE, Fabio
  6. SINSKY, Regina – Why Apple employees avoid getting in the elevator with Steve Jobs: Michael Dhuey, 53, had two opportunities to experience the real Jobs through working with him

La chiamavano Continuità

Una funzione è una macchina da calcolo che dato un valore in ingresso restituisce un valore in uscita. Un macchina che dato un valore in ingresso ne restituisce ad esempio due, non è una funzione.
Uno pensa che un esempio di macchina che non sia una funzione sia una cosa davvero complessa, invece la radice quadrata di 4 restituisce sia 2 che -2 e quindi NON è una funzione.

Una funzione continua è una funzione il cui grafico può essere disegnato senza mai staccare la penna dal foglio.
Problema: abbiamo definito la funzione, poi abbiamo definito la funzione continua dando per scontato il concetto di grafico. Ma il concetto di grafico non è così scontato.
Facciamo finta di sapere cosa sia un grafico, oppure accettiamo per buona la definizione di segno su un supporto; ma giusto per fare finta, perché se il grafico di una funzione va ad infinito, siccome infinito non è un luogo, non sappiamo dove fare il segno.

Ma tanto per: OK, una funzione continua è quella il cui grafico non ha interruzioni.
Come si scrive in termini matematici il fatto che una funzione sia continua?
Beh, nello stesso modo:

f(x) è continua nel punto x0 se dato un qualunque ε > 0 possiamo determinare un δ > 0 tale che per tutti gli x per cui |xx0|< δ si ha |f(x)-f(x0)| < ε(1).

Non sembra che sia la stessa cosa eppure è proprio così.
Quello che dice l’espressione qui sopra è che se f(x) è continua nel punto x0, se la distanza tra un generico punto x e il punto x0 si mantiene sotto un certo valore δ, allora la distanza tra il grafico del punto f(x0) e quella del generico punto f(x) si mantiene sotto un certo valore ε.

In altri termini se la distanza tra x e x0 è piccola a piacere anche la distanza tra f(x) e f(x0) si mantiene piccola a piacere.
Cioè che non ci sono salti nel grafico intorno al punto f(x0) del grafico.

Ora, basta dimostrare che vale per tutti i valori in ingresso per la macchina f(x).
Questi però potrebbero essere infiniti.
Pallosissimo.

Il vantaggio di cose che vanno ad infinito in matematica, è che spesso basta trovare il comportamento comune a queste cose e invece di inseguirle le si rende prevedibili qualunque cosa facciano, ovunque siano.

Invece di cercare tutti gli x per cui f(x) è continua, notiamo che sappiamo che “dato un ε qualunque (“qualunque”?! Uhm…) possiamo trovare δ…”.
Ah. Possiamo trovare delta.

Ad esempio: consideriamo la funzione f(x) = 3x – 2. Supponiamo |xx0| < δ, allora

|f(x) – f(x0)| = |3x – 2 – 3x0 + 2| = 3|xx0|

Ora, siccome abbiamo supposto |xx0| < δ, sarà 3|xx0| < 3δ.
Siccome abbiamo detto che ε può essere un positivo qualunque, possiamo immaginare che sia più grande di 3δ, no?!
Quindi

3δ < ε ovvero δ < ε/3.

Se quindi δ dev'essere minore di ε/3, facciamo che

δ = ε/4(2).

In questo modo, dato ε, per tutti gli x tali che |xx0| < δ, preso δ = ε/4 si ha

|f(x) – f(x0)|< 3ε/4 < ε

E con questo abbiamo dimostrato che quella funzione è continua in tutti gli infiniti punti del suo grafico, perché è continua in x0; ma x0 è un suo punto qualunque.

Bello, no?
Qualche riga di calcolo e abbiamo dimostrato una proprietà che vale per un’infinità di punti.
Voi direte: ma come bello, ma che ce ne frega a noi del fatto che questa funzione è continua.
Ah, ma a noi di lei non ce ne frega nulla. A noi ci frega del nostro tempo.

È questo che molti che incontrano la matematica non capiscono: conoscerla significa non solo essere pigri, ma esserlo in maniera inattaccabile.

* * *

Quanto sopra è una traduzione non letterale di Latest news from Plus magazine – http://plus.maths.org/ del 23 agosto 2011.

* * *

  1. Non solo, ma nell’espressione in termini matematici qui sopra, non è nemmeno necessario definire né conoscere il concetto di grafico, basta quello di funzione. Il che dimostra pure che il linguaggio della matematica è molto ma molto potente, per non dire paraculo.
  2. Notiamo che ε > 0, δ > 0 per ipotesi

Debian 6 “Squeeze” amd64 su HP Pavilion dv7-6090el

Aggiornamento

I problemi che trovate in questo articolo si risolvono utilizzando non la versione stable della Debian 6, ma la versione testing (ovvero Wheezy 7), che si scarica da http://www.debian.org/devel/debian-installer/.

Nel mio caso è stato necessario scegliere l’installazione testuale (quella grafica visualizzava dei rettangoli al posto dei caratteri) e poi rilanciare la configurazione di GRUB2 (sudo update-grub) perché lo script riconoscesse le partizioni di Windows™ 7.

Per il resto funziona (finalmente) tutto.

* * *

Brevemente: NON va.
Ora, se volete continuare a leggere, magari vi vengono delle idee e mi date una mano, oppure ci potreste trovare comunque qualcosa di interessante.
Il rischio di quando si fa documentazione passo passo di qualcosa di nuovo è che alla fine si possa solo documentare il fallimento.

* * *

Come prima cosa dal sito Debian.org1 scaricare l’immagine .ISO “netinst“, ovvero quella di circa 180 MByte che contiene il sistema minimo e la relativa interfaccia per poter installare scaricando i pacchetti necessari dalla rete, da cui il nome (netinst = NETwork INSTaller); parliamo dunque della sezione CD Ridotti -> amd64 nell’immagine seguente:

Noi scaricheremo l’immagine .ISO per l’architettura amd64, che a dispetto del nome e dell’esito della causa tra AMD e Intel (in breve la prima accusava la seconda, poi condannata, di usare codice AMD a 64 bit per ottimizzare GCC in modo da compilare eseguibili più efficienti sulla piattaforma Intel e degradare – attraverso la partecipazione al progetto GNU CC – le prestazioni sulle macchine AMD), vale per tutte le piattaforme i686 compatibili2:

Il port contiene dei kernel per tutte le CPU AMD a 64 bit con l’estensione amd64 e per tutte le CPU Intel con l’estensione em64t e uno spazio utente comune a 64 bit.

La macchina su cui andiamo ad installare è un HP Pavilion dv7-6090el3 che come di consueto per HP è rimasto in produzione qualche ora e risulta fuori produzione; se lo comprate per corrispondenza il giorno della presentazione vi arriva fuori produzione:

Installare e configurare Windows™ 7.

Siccome la macchina è nuova ed ha 500 GB di disco interno (in realtà ha spazio per due dischi interni), l’idea è di configurarla in dual boot con WC7™. Essendo questa l’intenzione bisogna installare e configurare WC7™, installare un antivirus (nello specifico Sohpos4), aggiornarlo, riavviare un tot di volte.
Poi bisogna lanciare Windows™ Update e mandare WC7™ al massimo livello di aggiornamento, eventualmente riavviando e rilanciandolo finché non asserisce non esserci più alcun aggiornamento da fare.

Nel frattempo o subito dopo, assicurarsi anche la protezione da eventuali buchi di terze parti (sopratutto Adobe che vi fornisce un campionario considerevole di buchi di sicurezza), quindi lanciare tutti gli aggiornamenti di tutti i prodotti non Microsoft™ che non vengono aggiornati da Windows™ Update.
Fate molta attenzione soprattutto a Adobe® Reader™5 e Flash™5, e all’aggiornamento di Java da parte di Oracle™6.

Se volete installare qualcosa, fatelo adesso, in modo da occupare tutto lo spazio necessario prima di

Ridurre la partizione di Windows™ 7.

A questo punto possiamo ridurre la partizione di WC7™ alla dimensione voluta.
Per fare questo abbiamo due possibilità, una inutile ed una efficace.

La prima, solo per dovere di cronaca, la si ha lanciando Windows™7, cliccando col destro sul disco, scegliendo Gesione e da lì Proprietà.
A questo punto si può ridimensionare la partizione di WC7™, ma solo della quantità decisa da M$ tra una serie di numeri primi non consecutivi7.

La seconda è scaricare ed usare PartedMagic8

PM è un CD live che permette di modificare a piacimento ogni cosa riguardi i filesystem; il CD è necessario solo al boot, poi lo si rimuove, perché PM gira interamente in memoria; in questo modo se aveste necessità di inserire dei dischi, avete il lettore libero.
Non sarà il nostro caso.

Ho scelto il seguente layout finale:

  1. /dev/sda1 – NTFS – SYSTEM – 199,00 MiB
  2. /dev/sda2 – NTFS – {Windows™7} – 148,00 GiB
  3. unallocated – unallocated – {qui installeremo Debian} – 434,46 GiB
  4. /dev/sda3 – NTFS – RECOVERY – 14,93 GiB
  5. /dev/sda4 – FAT32 – HP_TOOLS – 103,34 Mib
  6. unallocated – unallocated – {informatica del secolo scorso} – 1,00 MiB

Ma noterete che c’è un problema: Ci sono 4 partizioni primarie. Debian dovrebbe essere installato nello spazio non allocato, ma per allocarlo dovremmo creare la quinta partizione primaria, cosa non consentita per gli stessi motivi di cui dicevo poc’anzi, ovvero informatica del secolo scorso.

A questo punto copiamo il contenuto della partizione HP_TOOLS (/dev/sda4) in una cartella di /dev/sda2 dalla quale poi avremo l’accortezza di fare un backup altrove; quella partizione infatti contiene alcune utility HP, inessenziali fino a che non si debba reinstallare WC7™. Cancellata poi la partizione /dev/sda4, spostata la /dev/sda3 subito dopo la /dev/sda2, riunito lo spazio vuoto in fondo e creando una nuova partizione primaria si ha:

  1. /dev/sda1 – NTFS – SYSTEM – 199,00 MiB
  2. /dev/sda2 – NTFS – {Windows™7} – 146,48 GiB
  3. /dev/sda3 – NTFS – RECOVERY – 14,93 GiB
  4. unallocated – ext2 – {qui installeremo Debian} – 434,56 GiB

Lo si conferma dando Apply.
Volendo si può formattare subito la nuova partizione come ext3 o lasciare che a farlo sia l’installer di Debian 6.
La seconda possibilità è la migliore, perché l’installatore, con l’opzione formattazione automatica dello spazio libero, farà bene e meglio di voi tutto quanto è necessario, ovvero creerà la quarta partizione primaria nello spazio libero, e dentro questa due partizioni logiche per il sistema e per lo swap.

Nel mio caso il layout finale sarà

  1. (…)
  2. logica da 450.3 GB – ext3 – bootable montata in /
  3. logica da 16,3 GB – swap – montata in swap

Per controllare che sia andato tutto bene, si rilancia la macchina con WC7™.
Se è tutto a posto (dovrebbe), possiamo

Installare Debian

Notiamo intanto che con questa versione non funziona il mouse durante il Graphical Install, ma funziona la trackpad della macchina; poco male.
L’installazione fila liscia (compreso il partizionamento di cui sopra); va solo notato che GRUB2 vuole prendere possesso del MBR; qui c’è parecchia letteratura al riguardo, ed ovviamente molto contrastante.

Una corrente di pensiero dice ci installare GRUB2 nella partizione Debian e lasciare che sia il Boot Manager di WC7™ a gestire il tutto; altri pensano che sia meglio che a gestire il tutto sia GRUB stesso e che quindi vada installato nel MBR. Io sono tra questi ultimi.

Al riavvio GRUB presenta il consueto menu e mostra di aver riconosciuto le tre partizioni WC7™.

Problemi

Il primo e più ovvio problema è che Debian 6 non riconosce la scheda video AMD Radeon HD 6xxxM, e la imposta come un 61 Hz@ 1024 x 768.
Da questa pagina di AMD potete cercare i driver relativi o scaricarli da qui: http://support.amd.com/us/gpudownload/linux/Pages/radeon_linux.aspx.
Sulla stessa pagina, tuttavia viene indicato il link all’Unofficial Wiki for the ATI Linux Driver che consiglia su come usare i driver AMD con Debian 6 Squeeze9. Si tratta in sostanza di lanciare l’installer, dirgli di creare i .deb e poi installarli; peccato che non riesca a crearli, malgrado si segua pedissequamente l’HOWTO (che peraltro è vecchio di qualche versione), e si siano installate tutte le dipendenze e le precondizioni.
Non funziona nessuna delle due.
D’altro canto dalle numerosissime guide e collettori di trucchi escono solo cabale.
Quanto a driver free, installati di default, sono quelli che almeno un 1024 x 768 lo sputano fuori. Che non è un granché su un monitor 16:9 (esatti, 1600 x 900).
Al momento mi pare si possa fare poco.

Confermo, l’unico modo di far funzionare il tutto è usare la versione testing ovvero Debian Wheezy.

* * *

  1. Debian.org – http://www.debian.org/distrib/netinst
  2. Debian.org – http://www.debian.org/ports/amd64/
  3. HP.com – HP Pavilion dv7-6090el
  4. Sophos.com – WWW
  5. Adobe.com – Reader e Flash Player
  6. Oracle.com – Java
  7. Roam.it – Windows Vista e Linux Ubuntu 7.04 su un HP 530
  8. Parted Magic – About
  9. Unofficial Wiki for the ATI Linux Driver

Immagini:

Informazioni sulla macchina
In corsivo alcune considerazioni post-installazione.

HP Pavilion dv7-6090el
Sistema operativo (multiboot GRUB2) Windows® 7 Home Premium 64bit, Debian GNU-Linux 7.x Wheeze 64bit
Processore Intel Core™ i7-2630QM @ 2 GHz (6 MB di cache L3)
Chipset Intel HM65
Memoria 8 GB DDR3 (2 x 4 GB)
Dischi SATA da 640 GB (5400 rpm) fino a 2 unità. Leeento.
Dischi ottici DVD±R/RW LightScribe con supporto Double Layer
Display R.I. LED da 43,9 cm (17,3″), 1600 x 900 pixel. Luninosità uniforme ma scarsa, più che LED, sembra una R.I. a lampada a incandescenza di qualità.
Grafica AMD Radeon HD 6490M (1 GB DDR5). Se avrete problemi in Linux, sarà solo per colpa sua.
Porte 1 VGA; 1 HDMI; 2 uscite cuffia; 1 ingresso microfono; 2 USB 2.0; 2 USB 3.0; 1 RJ45; Digital media reader multi formato (SD, MMC). Non ho provato la USB3; le altre funzionano tutte, con Wheezy.
Webcam Webcam VGA con microfono integrato. Se usate i barattoli col filo vi divertite di più, con una qualità audio-video maggiore…
Audio Sistema audio Beats (con subwoofer): sembra tutto una radiolina lagnosa, ha la stessa dinamica di un gesso sulla lavagna.
Dispositivo di puntamento TouchPad con supporto Multi-Touch e pulsante On/Off. Il pulsante on/off non funziona – purtroppo – in Wheezy
Tastiera Tastiera con tastierino numerico a lato. Pessima come tutte le HP; non è la peggiore, ma questa sta su una macchina da 1000,00 €!
Rete Gigabit Ethernet 10/100/1000 integrata
Rete wireless 802.11 b/g/n. Non provata con Wheezy.
Peso Circa 3,5 kg (!)
Dimensioni del prodotto 41,6 x 27,5 x 3,16 cm
Alimentazione CA 120W, L’alimentatore ha peso e dimensioni di un Mac mini con disco ottico interno…
Batteria Batteria 6 celle agli ioni di litio (Li-Ion)
Vabbe’… Lettore di impronte digitali integrato. Non provato con Wheezy.

R 20010823 1545

I am what I am because of who we all are

Sempre a proposito di Linux e dintorni, leggevo stamattina di un utente che torna a Debian da Ubuntu.

Ricordate che Ubuntu era una Debian, ma una Debian senza nessuno dei vantaggi delle Debian.
Oggi continua a dire di essere una Debian, un po’ come alcuni giornali dicono che in Italia non c’è alcun pericolo per la democrazia.
In realtà Ubuntu dovrebbe avere dei parametri di default conservativi e rivolti all’utente che non sa nemmeno cosa sia un SO.

Quindi l’utente root esiste ma non è attivo a livello di shell e quindi l’utente di default, che è una specie di admin impotente, fa parte dei sudoers e basta.
Volendo abilitare root gli si attribuisce una password come in
sudo passwd root
E da quel momento si può fare su invece di sudo.
Pochi caratteri in più e root ha anche accesso all’interfaccia grafica.

Ora, se questo fosse il problema, non è che non si dovrebbe usare Ubuntu per questo.

Il post che citavo all’inizio parla di libertà, di free as in freedom e non free as in free beer, e alcune cose free as in gnente perché si pagano.
Parla di copyleft e copyright, parla di delusione delle community verso una corporation, che mi pare una cosa abbastanza ridicola.

In realtà il problema vero di Ubuntu è che ad ogni aggiornamento (che è semestrale, malgrado tutto e cascasse una pannocchia…) infilano nella distro una quantità di regressioni e soprattutto una infinità di pacchetti instabili, alcuni nelle prime fasi di beta, solo per poter avanzare la versione/il rilascio e sembrare freschi, in modo da convincere orde di onanisti a sdraiare i server della distro non appena annunciata, infilando ogni volta qualche cavalluccio di Troia come ultimamente UbuntuOne.

Stranamente, se gli onanisti hanno melucce luminescenti e si spellano i ditini a predire il nome del futuro tablet, sembrano bambini deficienti perché Apple vende e non regala; se invece sono ubuntiani e fanno il record di download nella prima mezz’ora son cose belle.

Accadde con Firefox 3.x beta che aveva delle vulnerabilità di sicurezza da paura, accadde con OpenOffice 3.x che era in realtà la prima beta, accade con i driver video (è accaduto anche a questo giro con le NVidia).

In sintesi la distro che si è eletta (alla maniera di Arcore, per acclamazione) come quella destinata all’utilizzatore finale e non ai power users, è quella che periodicamente li espone alle peggiori inchiappettate.

Quando col tempo i buchi vengono chiusi, esce una nuova versione con un nome del cazzo di due parole che cominciano con la stessa lettera, tipo Vera Vulvia o Piso Pisello, Lince Lucida o Minchia Metallica, ecc. e tutto da capo.

A ben vedere è esattamente l’opposto della Debian da cui deriva, che quando è Stable significa che al massimo vedi cambiare il patchLevel, ovvero da 5.0.4.12 a 5.0.4.13.

Comunque sì, Ubuntu va evitata.
Evitatela per un ragione o un preconcetto a piacere, ma evitatela.

E non la deve evitare l’utente scafato che la evita già o evita di usarla per cose serie, ma va evitata proprio da parte dell’utente sprovveduto, che assume rischi senza saperlo.

Per il resto sulla maturità dei sistemi operativi e sull’evitare l’installazione precoce, ho già detto in più occasioni.

P.S.: Il titolo del post è la traduzione ad sensum di Ubuntu in inglese, tratta dal loro sito.