Non era difficile, no?!

L’Alfa Romeo a Parigi porterà due novità.

Andiamo per gradi.

Attualmente la gamma della Giulietta e della 159 ha dei motori diesel.
La Giulietta ha un 1.6 da 105 e un 2.0 da 170 CV.
La 159 (berlina e SW) ha un 1.9 da 120 e un 2.0 da 170 CV.

Capite bene che di fronte a queste cifre, restare interdetti è normale.

Veniamo a Parigi.

La Giulietta sarà presente con il 2.0 JTDM-2 da 140 CV, ed era ora, e la 159 (anche SW) MY 2011, che avrà anche lei il 140 CV.

Modello/Motore 1 2 3
Giulietta 1.6, 105 CV 2.0, 140 CV 2.0, 170 CV
159 1.9, 120 CV 2.0, 140 CV 2.0, 170 CV

Bene.

Farlo prima era troppo facile, eh?
Chessò, magari le vendevano…

P.S.: il cambio di direzione a Quattroruote è notevole, non trovate nessuna delle due notizie in Home. Bene.

R 20100917 1426

Alfa 147 MY 2011 – 2014

Sono andato in un concessionario Alfa Romeo per chiedere un preventivo per una 159 SportWagon 2.0 JTDm2 Progression (Euro 5).
Senza un accessorio che è uno e di colore bianco, che è il meno costoso a parte il nero che da solo vanifica il climatizzatore.
Vorrei rendere la 147 1.9 JTDm 8V 120CV Euro 4 in ottime condizioni, ed ancora in garanzia. Che odio.
Decido che la tengo, che non cambio macchina.
Se ci sarà il blocco del traffico prenderò ferie invece che girare in Euro 5.
Mica facile, sopratutto perché mi serve una cinque porte e la 147 ne ha tre.

Il concessionario (che non è il solito e quindi rischia a sua insaputa) prima di darmi retta parlotta con un collega di Stato e di statali.
Mi richiama dopo un paio di settimane per sapere se questo mio silenzio non significhi che mi hanno trattato male.
No, dico, il prezzo è congruo ed il suo collega gentile, anche se sembra vendesse Worwerk e non Alfa Romeo.
– Ed allora perché non la cambia?
Lei lavora nel privato?
– Certo, perché?!
Le stanno sul cazzo i dipendenti statali fannulloni che saranno certamente la maggior parte?
– Beh, …
Questi parassiti che vengono pagati oro per non fare un cazzo, che percepiscono Distinctive Luxury Pack per rendere Moving, che fanno il secondo lavoro, che in ufficio vanno solo a riposare?
– Ma…
Questi che giustamente Brunetta vorrebbe crocifiggere tutti? Questi che si danno malati e vanno a giocare a polo (quello col cavallo, sa?! mica il golf)?
Questi che fanno 18 ore di turno in ospedale perché manca il cambio? Questi che mettono benzina di tasca loro alle volanti? Questi che vanno col portatile di casa perché mancano soldi per riparare quello d’ufficio comprato al ribasso, anche se una matita copiativa (una matita copiativa, cazzo, nel 2010) la si paga 5 euro?
Beh, adesso per tre anni ci bloccano lo stipendio e gli scatti. Ovvero io in quattro anni perdo il 20% del potere d’acquisto se l’inflazione non cresce. Ebbene quella quota di potere d’acquisto è esattamente quello che mi serve per cambiare macchina. E quindi tengo questa.
Le piaccia o meno, scoprirete che questi parassiti qui tengono in piedi anche i laboriosi come voi. A Roma, poi…
E siccome sono tanti, questi “lavoratori-si-fa-per-dire”, diciamo un paio di milioni, sono potenzialmente una mezza milionata di immatricolazioni in meno.
Dovreste essere contenti, no? Voi che fate i porte aperte di domenica, e mica le notti al San Camillo o le domeniche in questura.
– Beh, se ci ripensa…
Io? E mica la varo io la finanziaria.

* * *

Questo accedeva un mese e mezzo fa.
Questo accade oggi. Le fonti convergono.

Quindi la soluzione dell’economia reale quale sarebbe? Tenersi sulla panza i parassiti per non far chiudere le concessionarie?
No, certo.
Capire. La prima cosa è capire quanti tra quelli sono parassiti, e la seconda capire che se sono una esigua minoranza, la maggioranza rimanente non può sopportare all’infinito condizioni di lavoro disagiate e insulti. E che sa far di conto; da par suo, certo, ovvero della serva.
Poi che le finanziarie adorano gli statali, perché hanno un reddito.
La stessa finanziaria storcerebbe il naso se il venditore chiedesse un mutuo.

È così.
O ridimensioniamo i consumi, e con loro l’infrastruttura che c’è dietro, ed allora il cortese venditore torna agli aspirapolvere (ma quelli buoni, eh, che durino una vita), oppure dovremmo sostenere i redditi.

Io posso solo diminuire i consumi e non mi pesa più di tanto; tengo una macchina fino a consunzione. Al resto pensino i vostri idoli.
Come dire: cazzi vostri.

* * *

Immagine da http://www.quattroruote.it/news/articolo.cfm?codice=264054.

Bene la Mini, benino la DS3, male la MiTo

Su Quattroruote di Giugno 2010, a pagina 139, c’è una prova in pista di Alfa Romeo MiTo, Mini e Citroën DS3.
Il giudizio lo potete leggere nel titolo, citato letteralmente.
La MiTo prende schiaffi dalla Mini (leggi BMW) e dalla DS3.

Tra i cordoli vince l’anglo-tedesca, ma nella vita di tutti i giorni è meglio l’italiana

La nuova strategia Fiat per Alfa Romeo è chiara.

Abbiamo speso anche troppo

Recentemente qualcuno ha detto che Fiat per Alfa Romeo ha già speso anche troppo. Considerato che potrebbero non averla ancora pagata allo Stato italiano che gliela ha venduta, non direi. Ma fa niente.

Poi ha detto che le sinergie sono l’unica via percorribile. OK.

Ecco l’Alfa MiTo sulla home del sito Alfa Romeo:

Ecco quella che si presume essere la stessa macchina in allestimento Nine:

Bene, la prima ha i cerchi a quattro bulloni, la seconda a cinque.

Delle due l’una: o il concetto di sinergia mi sfugge di parecchio, o in Fiat lo applicano all’unica copia di Photoshop che hanno.

Ritratto con s’ignora

Su http://www.quattroruote.it/news/articolo.cfm?codice=225936, si legge:

Ritrattazione n.1

(…) Da Milano, due giorni fa, il capo della Fiat aveva poi corretto lievemente il tiro dichiarando che l’Alfa “è un bambino da cullare, il marchio più difficile di tutto il gruppo, con un grandissimo potenziale che però, anche per colpa nostra, non è riuscito a fruttare risultati concreti”.

Ah, e di chi altro sarebbe la colpa?

Forse ce lo spiega meglio Quattroruote stessa, che termina il pezzo in questo modo:

Ritrattazione n.2

(…) in pochi anni, è l’ennesimo avvicendamento all’Alfa, su una poltrona molto difficile. Prima di lui, senza successo, avevano provato a rimettere in carreggiata l’Alfa Antonio Baravalle e Luca De Meo.

Oho! finalmente, ecco cosa sono la MiTo e la Giulietta sono due tentativi senza successo.
La prima fu il colpo di genio di De Meo, la seconda il guizzo di Cravero che gli è succeduto.

Se lo rileggessero bene prima di continuare nella campagna promozionale della Giulietta, che negli ultimi 90 giorni sarà stata in home per 60…

iLavagnetta per iDiti

Ballmer ha fatto una furbata che levati, un po’ come fece la Renault con la Fiat.
Ricordate? La Panda si sarebbe dovuta chiamare Gingo. Brutto brutto brutto.
Qualche settimana prima della commercializzazione per fortuna (o per piacere) la Renault minacciò causa perché il nome Gingo sarebbe stato troppo simile a Twingo.
La Fiat disse che gli dispiaceva assai, che scusassero e Panda fu.
Con buona pace di Piero Fassino che di Gingo ne voleva comprare una.

Poi avrebbe dovuto essere MiLaNo; ma visto che a Milano di Alfa non c’è più nemmeno la strada, ‘ché ad Arese pensano intanto di chiamarlo Viale Filiberto Alfaromeo, poi Viale Filiberto fra un po’ ed infine Avenue Filibert Carrefour, allora Giulietta.

Apple come tutti sanno e qualcuno scopre ogni tanto, sa fare comunicazione.
Fare comunicazione significa non solo farla, ma anche farla fare.
Sono giorni che tutti parlano del fatto che Apple abbia registrato il dominio iSlate, che è davvero un nome brutto per un prodotto.
Intanto perché suona male (slèit) poi perché suona simile a Slave; ed in USA puoi anche fare fuori migliaia di bambini con le guerre chirurgiche, ma non essere politicamente scorretto.

È talmente tanto vero che in alcuni libri di testo all’espressione client-server per il mercato interno viene sostituita l’espressione client-supplier o client-provider, ma poi esistono delle ditte di pulizie che costano di più perché hanno solo dipendenti non sindacalizzati che puliscono magari male, ma inginocchiate a terra, pratica vietata ai sindacalizzati; donde venne il Mocho.

Insomma Apple ha messo in giro la voce (perché quello che non vuole mettere in giro, non va in giro) che avrebbe posseduto il dominio iSlate.

E tutti a dire che il tablet si chiamerà iSlate. Che è un nome brutto e che comunque suona come iLavagnetta che non evoca davvero un cazzo.

Redmond (si noti l’assonanza con La Régie Auto) ha presentato ieri un coso che si chiama Slate, è un tablet, e fra venti giorni sarà allegramente dimenticato.

* * *

Ed ora lo scoop: quella dei tablet Apple non sarà un prodotto ma un linea di prodotti, come iPod; siamo in grado di anticiparne alcuni:

iChalk – con schermo a quadretti di quinta
iChoke – per le situazioni imbarazzanti
iCrack – con struttura in vetro
iCocaine – con schermo specchiato
iCandy – tutta una presa per iLculo
iCount – multitouch a dieci dita
iCoke – programmabile con le API Carbon
iCookie – versione impermeabile al caffellatte
© Erix
iSlut – per streaming a LED rossi.
iSlot – per i giocatori d’azzardo.
iSlam – per i giocatori di bridge online.
iSlurp – per ricette sempre aggiornate.
iSleep – perché i tablet dopo un po’ vengono a noia.
iSlip – versione R-rated di iSlut, priva di antiscivolo.
iSplat – garanzia nulla in caso di caduta.
iSlay – per i giocatori di FPS.
iChicken – per chi ha paura di comprarlo.

iCeland – versione nord europea
iCecream – per quella cifra solo tre gusti.
iPee – da usare come vassoio per le bevande.