Tartarus and Carcass

The name Tarkus has puzzled many, and been open to all manner of misrepresentations, it is however an amalgamation of two elements. The first is found in the Bible at the second letter of Peter chapter 2 verse 4. A condition of deep spiritual debasement is mentioned called “Tartarus”. The other is the term “Carcass” hence the name was painted in bones. (you heard it first here folks!) Thus Tarkus essentially stood for the futility of war, a man made mess with symbols of mutated destruction.

William Neal racconta l’origine del titolo (e del nome) Tarkus.

Ma allora (Con l’apostrofo?)

Domanda: un motore a benzina di 1400 cm³ può essere adatto per una berlinona lunga più di 4,80 metri? Risposta: sì. È la conclusione cui siamo giunti dopo avere guidato a lungo la nuova Skoda Superb. Un bel risultato, ottenuto con un’attenta messa punto del piccolo 4 cilindri turbo: potenza contenuta a 125 CV, coppia “tagliata” a 200 Nm. Morale: questa Superb 1.4 TSI non è certo un fulmine, ma si muove con dolcezza e regolarità, con la vivacità che serve per districarsi nel traffico di tutti i giorni e senza fare eccessivo rumore. A tutto ciò aggiungete un consumo medio dichiarato di soli 6,6 l/100 km, con emissioni di CO2 pari a 157 g/km, e un prezzo su strada inferiore ai 22.000 euro.1

Ah, ma allora le sanno fare le macchine.
E perché continuano a fare quei tumori con le ruote che chiamano SUV, sono 5,6 litri, 12 cilindri stellari con quattro Roots a geometria variabile per 4.250 kg da spingere a 312 all’ora (autolimitata)?

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  1. Skoda Superb – LUSSO MA SENZA ECCESSI – Quattroruote

Immagine da http://put.edidomus.it/auto/mondoauto/attualita/foto/157856_4163_big_Superb_big1.jpg

I Paraculi (Mi urtano)

Ricordate l’epoca in cui la Fisica era ispiratrice del design?

Beh, prendete i paraurti:

Il caso A) è quello di sempre, ovvero fino alla prima metà degli anni 80 del secolo scorso. Ti prendevi, lui scorreva parallelo alla carrozzeria e tornava lì dov’era partito. Li facevano tutti così. Inoltre i paraurti erano in plastica NON verniciata, tanto che spesso scendevi, non vedevi nulla ti facevi la faccia da boh e ripartivi.
Il caso B) fu il primo timido tentativo di cambiare musa e si iniziò a trarre ispirazione dalla Finanza. Ecco la finanza creativa, ovvero tariffare indirettamente il possesso con i pezzi di ricambio.
Il caso C) è quello odierno, ovvero macchine da dentro le quali non si vede un cazzo, e che come ti appoggi ad un’altra ti abbozzi i parafanghi fino a metà macchina.

E le assicurazioni pagano, a parità di dinamica, almeno il triplo in pezzi di ricambio ed aumentano i premi.

Premi… hanno vinto?!
Non sarebbe carino dare un occhio agli assetti societari?!

Le pattine del Leopardo (wIP 0.6.6)

Non ho mai sopportato il disordine, nemmeno davanti al computer.
Undici anni fa scrissi wIP per il System 7.5, poi divenuto Mac OS 7.6.1 nel primo cambio d’immagine della casa madre.
Da allora una nuova versione (o due) di wIP ad ogni nuova versione del Mac OS. Il 10.5 non poteva fare eccezione, ed ecco wIP 0.6.6.

Non c’è solo un intento estetico dietro wIP, non è paura che mi righino il parquet; c’è soprattutto un motivo meramente funzionale.

Mettiamo che un vostro amico abbia un Cinema Display da 30″, e voi un MacBook da 13″ e rotti.
Vi passa una chiave USB, ci cliccate sopra e non vedete nulla, che succede?
Succede che la finestra è fuori schermo. Mettiamo che sia una sola, poco male, ma se tutte le finestre annidate fossero fuori schermo o al limite dello schermo?

Spostare tutte a mano?
Se ho fatto il programmatore è perché sono pigro e do importanza al tempo come uno dei fattori della qualità della vita. Ecco wIP.

Se volete saperne di più, fate un giro sulla sua pagina su Roam.

Per ora basti dire che wIP è software libero rilasciato sotto GPL 2.0 o successiva; ed è anche gratuito, che non guasta.

M’iprendoingiro di meno

L’iniziativa M’illumino di meno è lodevole, anzi che no.

Ma per ogni lampadina che viene sostituita con una a basso consumo, a costi non proprio accessibili, c’è uno spreco che vanifica il lodevole tentativo.

Un esempio su tutti: le porte antincendio.

Come tutti sanno, le porte antincendio vengono tenute aperte da un magnete.
Il magnete è in realtà non un pezzo di magnetite, sostanza che ha naturali proprietà magnetiche, ma una bella elettrocalamita, ovvero una sostanza che, sotto corrente elettrica, sviluppa capacità magnetiche.

Tenere una porta antincendio (anche detta tagliafuoco o R.E.I.) aperta consuma corrente elettrica.
Tanta.

Tenete chiuse le porte antincendio e risparmiamo il combustibile necessario a tenerle aperte.

E poi, come tutti sanno, col tempo questi elettromagneti si rompono e per tenere aperte le porte in argomento le si dota di zeppe di legno, che le rendono inutili, perché in caso di incendio non le fanno chiudere (almeno non in tempo, perché prima si deve bruciare la zeppa…)

Se il concetto di porta antincendio fosse stato sin dall’inizio quello di porta perennemente chiusa, oggi uno che tentasse un escamotage elettrico per tenerla aperta sarebbe giustamente trattato da matto.

Ad esempio.