How I Lost My $50,000 Twitter Username

I had a rare Twitter username, @N. Yep, just one letter. I’ve been offered as much as $50,000 for it. People have tried to steal it. Password reset instructions are a regular sight in my email inbox. As of today, I no longer control @N. I was extorted into giving it up.1

Ora, la storia merita di essere letta, ma merita di essere letta con molto giudizio.
Alcune conclusioni sono ad dir poco strampalate

Use an @gmail.com for logins. You can use the nicer custom domain email for messaging purposes, I still do.

altre ovvie: da quando Kevin MITNICK2 pubblicò L’Arte dell’inganno tutto dovrebbero sapere cosa significa ingegneria sociale. Ma dovrebbero anche sapere che il metodo primario per carpire informazioni segrete è: chiederle.

Segnalo che in Italia, proprio per la nostra arretratezza, siamo un pelo più sicuri, in merito agli argomenti del post dell’autrice.

* * *

  1. How I Lost My $50,000 Twitter Username — Medium
  2. Kevin Mitnick – Wikipedia

The Feynman Lectures on Physics

1.1955479.figures.online.f4

Caltech and The Feynman Lectures Website are pleased to present this online edition of The Feynman Lectures on Physics. Now, anyone with internet access and a web browser can enjoy reading a high-quality up-to-date copy of Feynman’s legendary lectures. This edition has been designed for ease of reading on devices of any size or shape; text, figures and equations can all be zoomed without degradation.

Da The Feynman Lectures on Physics.

* * *

Immagine da:
In a very characteristic posture, Richard Feynman responds to questions from students after one of his lectures on quantum mechanics in 1963.
(Courtesy of the Archives, California Institute of Technology.)
Phys. Today 58, 4, 49 (2005); http://dx.doi.org/10.1063/1.1955479

Auspici e necessità

Trasformo in post un mio commento sul blog di Alfredo Ferrante1.

* * *

Il problema della PA è l’usabilità, o se preferite il milanese, l’affordance.
L’affordance o approcciabilità, è stata definita da Donald A. NORMAN2 e prima da Bruno MUNARI3 come la capacità di un oggetto di lasciarsi maneggiare con naturalezza.
Esempio: chi prenderebbe un ombrello e lo porterebbe in giro per la punta in metallo tenendolo in equilibrio su un dito come si faceva da bambini?
Lo si prende per il manico. E qual è il manico?
In pochi hanno questo dubbio, sebbene nessuno abbia una cultura specifica in manici d’ombrello.
Il motivo è che dei due lati dell’oggetto uno è naturalmente amichevole, l’altro no.
Uno è approcciabile, appunto, l’altro è repellente.

Rileggete l’ultima frase: lo stesso oggetto può essere tanto approcciabile quanto repellente, e la cosa in sé non è un male.
Questa differenza di parti diverse dello stesso oggetto serve a renderlo subito e più facilmente utilizzabile con profitto.
Però devono esserci entrambe; uno tutto approcciabile come una palla è limitante (per esempio metterla in tasca è un incubo); uno tutto repellente pare messo in piedi da un sadico.
La parte approcciabile favorisce il comportamento corretto, quella repellente sfavorisce quello sbagliato.

* * *

Com’è la PA?
A parole la nostra PA è rigidamente normata in modo da essere amichevole.
Già il CAD – Codice dell’Amministrazione Digitale4 nella sua formulazione del marzo del 2005 e prima ancora la Bassanini (Legge 15 marzo 1997, n. 59 e successive5) imponevano più o meno apertamente una struttura minima identica per i siti istituzionali della PA non centrali per cercare di evitare di disorientare il cittadino; ma li hai visti tu?
Le famose Fasi della vita, e compagnia si sono viste per un po’ da qualche parte per poi finire rapidamente mischiate nel fango comunicativo delle PPAA.

Prima ancora, dalla L.9 gennaio o 4/20046 in poi, o meglio dal D.lgs 8/7/2005 e successive modifiche7, fino a quello di quest’anno (cui ha contribuito anche il Vostro con un modestissimo e purtuttavia faticosissimo apporto) ovvero il DM 20 marzo 2013 (pubblicato in GU il 16.09.20138) le norme stabiliscono i criteri minimi di accessibilità per il siti web delle PA e dei concessionari e le relative sanzioni.
Che ne è stato nei fatti?!
L’ultimo monitoraggio è stato deprimente, con percentuali di attuato da prefisso telefonico del nord.

* * *

Avete visto cosa ho fatto qui sopra?

Ho fatto il circolarista, quello che cita a memoria DM, DLGS, DPCM, DPR, Network, Chitemuort che intanto le sa tutte, e poi se ne sta lì col ditino teso come un Letta di Makkox9 (http://www.ilpost.it/makkox/2013/07/18/kazzakistan/).
E non fa altro, non conclude un cazzo.

Ora, voi pensate davvero che la mancata applicazione della stragrande parte delle norme che riguardano la PA e dovrebbero favorirne il rapporto con i cittadini, ovvero con coloro per i quali esiste, siano dovute ad una cattiveria da parte di chi lavora nella PA?

No, è un problema di usabilità10.

Perché qualcuno, nella PA, oltre che concepire e scrivere norme che finiscono lì sul portarotolo assieme alle altre per gli usi consentiti non ha realizzato un sito modello, con relativo backoffice/CMS, ad esempio prendendo prodotti di Software Libero e open source e modificandoli, in modo che le amministrazioni che dovessero mettersi in regola potessero disporne?
PA che, tra l’altro, avrebbe tutte le competenze necessarie in abbondanza e persone al suo interno che non vedrebbero l’ora.

Questo avrebbe avuto tre vantaggi immediati ed in prospettiva chissà quanti altri:

1) Software Libero11, gratuito ed a sorgente aperto fornito dalla PA per la PA; utilizzando le enormi competenze che la PA ha in sé; e non scherzo, pensate solo alle università: pensato?

2) essendo Software Libero anche i privati potrebbero scaricarlo, modificarlo e volendo rivenderlo (sissignori, sempre rilasciando il sorgente e sempre come SL), in modo da innescare un circolo virtuoso digitale che parte dalla PA, passa per il PIL e torna alla PA, a chi la fornisce e a chi la fruisce, ovvero i cittadini.

3) Servizi migliori per i cittadini.
Intanto perché garantiti in termini di comunicazione (l’uniformità di cui sopra, come primo elemento di amichevolezza); poi in termini tecnologici, perché come detto chi queste cose le insegna – università pubbliche, appunto – e gli stessi che hanno minutato la bozza del DM sono esperti nel loro campo, tra loro anche persone della PA. Quindi accessibili in base all’esperienza di costoro ed ai principi internazionali (WCAG12 in testa, ad esempio) e amministrazioni che invece di perdere tempo e soldi, possono dedicarsi al loro “core business” (o se preferite scopo precipuo) invece che ammattirsi appresso a norme e codici che non capiscono e spesso li lasciano in balia di terze parti a volte mutuate dall’agricoltura.

E, sopratutto, alla lunga un miglioramento della società; essendo il Software Libero per sua natura basato sul concetto di comunità, ed essendo la gestione dei requisiti (di quelli applicativi oltre a quelli di legge, s’intende) una fase in cui devono essere coinvolti tutti gli attori, e quindi anche i cittadini, questi avranno dalla PA delle soluzioni che li hanno avuti come protagonisti assieme a quelli che le realizzano.
Quindi soluzioni migliori in quanto più aderenti alle necessità di coloro cui sono destinate, e necessariamente migliori anche per costoro che hanno contribuito a crearle.
Ovvero cittadini più soddisfatti della PA.

In una parola, una PA usabile.

* * *

E perché dovrebbe funzionare?
Beh, se si prende finalmente atto che la PA come qualunque altro essere pluricellulare reagisce agli incentivi, se si trova le cose già fatte, oltre che obblighi da adempiere, è molto probabile che adotterà quelle soluzioni e senza imposizione, che non funziona, ma volentieri. Vantaggi per l’economia e per i cittadini.

Il mio auspicio è che si finisca di parlare e si cominci a fare, per una PA usabile.
E se per me è un auspicio, per noi tutti è una necessità.

* * *

  1. Due auspici semplici semplici | TANTOPREMESSO.it
  2. Donald Norman – Wikipedia.
  3. Bruno Munari – Wikipedia.
  4. Codice dell'amministrazione digitale | AgID
  5. Leggi Bassanini – Wikipedia
  6. Legge Stanca – Wikipedia
  7. Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione – Nuovi requisiti e punti di controllo per l’accessibilità
  8. Gazzetta Ufficiale DECRETO 20 marzo 2013 – Modifiche all’allegato A del decreto 8 luglio 2005 del Ministro per l’innovazione e le tecnologie, recante: «Requisiti tecnici e i diversi livelli per l’accessibilita’ agli strumenti informatici». (Prot. 195/Ric). (13A07492) (GU Serie Generale n.217 del 16-9-2013)
  9. Kazzaki – Il Post
  10. eDue – È un problema di usabilità
  11. Cos'è il Software Libero? – Progetto GNU – Free Software Foundation
  12. W3C – WCAG Overview

Il tempo è denaro. Perso

il-tempo-è-denaro

Uno dice: ma guarda che orientamento al cliente, guarda come le pensano tutte per coccolarti.
La Lancia arriva persino ad annerire lo schermo del computer dopo un po’ per farti risparmiare un picowatt.
E come l’ho scoperto?
Aspettando che si decidesse a a scaricarmi la brochure della Lancia Delta MY14.
Che alla fine l’interfaccia Flash non è riuscita a scaricare.
Al picowatt di risparmio si aggiungono il 25.000 e rotti della macchina. Mica male.
Contenti loro.

* * *

Oggi si festeggia anche il Sant’Ottuso da Rozzano, protettore della ricerca usato di Quattroruote.it, che non funziona da venti giorni.
Due segnalazioni, una anche al direttore, e continua a non funzionare.
Altri soldi risparmiati.

* * *

Quando si dice un Natale all’insegna della sobrietà; e, sopratutto, quando si imputa alla famigerata WebTax (nata morta) tutta la colpa del sottosviluppo informatico e del rapporto cliente-fornitore di questo paese.

Auguri.

How do we know that π never repeats?

Mathematics is completely different. In math and really, only in math we have the power to prove things. The fact that π never repeats isn’t something that we’ve observed, and it’s not something that’s merely “likely” given that we’ve never observed a repeating pattern in the first several trillion digits we’ve seen so far.

Da Q: How do we know that π never repeats? If we find enough digits, isn’t it possible that it will eventually start repeating? | Ask a Mathematician / Ask a Physicist.

ownCloud 6

https://www.youtube.com/watch?v=70pCBnNPdew

ownCloud Documents is collaborative editing of rich-text documents. The documents can be created from within the web-interface or existing documents can be uploaded. Sharing and editing can be done securely in the browser and be shared inside ownCloud or via a public link. User that have an account on the same server can be invited or public invitations can also be sent be email. The editing works on top of normal ODF files that are stored in ownCloud.

ownCloud 6.

* * *

  1. eDue – Temppismo

Firefox OS: io ce la sto mettendo tutta

alcatel

Come entrambi credo ormai sappiate, sto cercando da quasi un anno di entrare in possesso di un dispositivo su cui giri Firefox OS1.
Mi pare una piattaforma con una naturale contiguità con quello che faccio giornalmente, ecco tutto.

Ho tentato persino di imparare lo spagnolo in dieci minuti per compilare un form di acquisto (dopo aver inutilmente tentato di scegliere la lingua inglese) sul sito del primitivo distributore2 (pun intended), ma ho scoperto alla fine che avrei dovuto avere l’equivalente della partita IVA per poterlo comprare.

OK, adesso TIM è ufficialmente distributore esclusivo3 e del modello peggiore, ovvero l’Alcatel ONE TOUCH FIRE, rispetto al Peak+, al Peak ed al Keon, ma meglio di niente.
Se mai arrivasse, se mai si accendesse, vi faccio sapere.

Ce la sto mettendo tutta per provarlo4…8, già dai tempi di HP/Palm webOS9, ma cercare di abbracciare una piattaforma che scappa è una fatica inutile.
Per non dire della documentazione, che da sola potrebbe benissimo essere usata per una caccia al tesoro1.

Se volete scrivermi in merito, i commenti sono lì per quello; ogni aiuto è ben accetto.

Aggiornamento

Dice: ma perché non t’informi?
Ecco, provateci voi:

Schermata 2013-12-06 alle 18.48.12

Aggiornamento 2

Cominciamo benissimo:

The Firefox OS Simulator does not currently work with Mac OS X 10.9 Mavericks. See bug 930511 for the details. There is a workaround, which is to run Firefox from the disk image DMG file without actually installing it.

E vabbeh, poi:

The Firefox OS Simulator is still at an early stage of development, and isn’t yet as reliable and complete as we’d like it to be.If you find any bugs, please file them on GitHub, and if you have any questions, try asking on the dev-developer-tools mailing list or on #devtools on irc.mozilla.org.

da Firefox OS Simulator – Firefox Developer Tools | MDN.

* * *

Il link a TIM3 non è pubblicità, è un link all’unico modo che avete oggi per comprare un terminale con Firefox OS.

* * *

  1. Firefox OS — Lo smartphone versatile — Un telefono ricco di funzioni, app e molto altro — Mozilla
  2. Geeksphone. Say ‘hola’ to the future
  3. Alcatel ONE TOUCH FIRE – Alcatel ONE TOUCH FIRE | TIM da cui è tratta l’immagine
  4. eDue – Firefox OS Simulator
  5. eDue – Fire forse, ma fox parecchio
  6. eDue – There Are Two More Things
  7. eDue – Cellulare con lentezza
  8. eDue – Bitterfox
  9. eDue – Non comprarmi non ti sento