È un lavoro

In conclusione vogliamo allontanarci dal caso specifico, per fare una riflessione sul lavoro culturale in genere, visto troppo spesso in questo paese come un hobby, una missione, una grazia ricevuta, un’occasione per acquisire fama e prestigio sociale. Tutto, insomma, tranne che come lavoro. Sì, ci piace scrivere, tradurre e curare libri, a volte ne siamo orgogliosi.
Ma è un lavoro, che si basa su anni di studi e su un bagaglio di competenze acquisite.
È un lavoro. Un lavoro come tutti gli altri e come tale va retribuito il giusto, nei tempi pattuiti.
In denaro e non in visibilità o qualche rigo in più da aggiungere al curriculum.

Da I lavoratori di #OccupayIsbn rispondono a Massimo Coppola : minima&moralia.

Cibi sala(ria)ti

Finora Expo, se si parla di rapporti di lavoro, più che una fiera è stata una giungla. L’estate scorsa Expo Spa, ministero del Lavoro, enti locali e sindacati avevano siglato un accordo per il tipo di contratto da utilizzare nei padiglioni stranieri: quello nazionale del commercio, uno dei più flessibili (ed economici) dell’intero panorama giuslavorista italiano.

Regola che doveva essere applicata soprattutto dalle agenzie interinali che avrebbero dovuto reclutare i lavoratori per i vari paesi. Solo che alla fine si è scoperto che in molti – con Manpower in testa, l’agenzia che aveva vinto il bando per la società Expo – utilizzavano il Cnai, un contratto sì del commercio ma non firmato da Cgil, Cisl e Uil, più ‘vantaggioso’ del 20-30 per cento per i committenti. Solo venerdì scorso sindacato e agenzie hanno trovato un nuovo accordo grazie al quale a 800 lavoratori del sito verrà riconosciuto un rapporto di lavoro concordato tra le parti.

Da Expo, se ne vanno i lavoratori del ristorante del Belgio: "Non rispettati gli accordi sui salari" – Repubblica.it.

La meglio borghesia

Non penso che siano omertosi, sono ragazzi intelligenti, figli della migliore borghesia di Padova e sono convinta che i loro genitori siano disponibili a parlare con loro perché capiscono che le cose verranno fuori comunque.

Voglio sperare che sia stato l’articolista a sintetizzare in questo modo infelice il pensiero di una preside.
Perché in quella frase, oltre ad esserci tutto il vecchio della scuola pubblica in termini lessicali, c’è anche e sopratutto una falla logica da spavento.

Da La preside del ragazzo morto in gita: "Impossibile che i suoi compagni l'abbiano lasciato morire. Uno slavo in quell'hotel".

Gomorrea

Una parte del PD ha criticato De Luca, è intervenuto Roberto Saviano e il PD nazionale ha cercato di trovare una soluzione dicendo alla fine che ci sono persone candidate che è meglio non votare, tanto che qualcuno ha chiesto polemicamente al PD di «fornire l’elenco dei candidati» che sono stati presentati ma che il PD ha consigliato «vivamente di non votare».

Da Il caso De Luca, stavolta sulle liste – Il Post.

Bisognerà metterseli al culo

Apple confirms ink in some darker wrist tattoos can interfere with Apple Watch heart rate sensor

Apple Watch, band-gate? Alcuni cinturini si sganciano

La corona digitale di Apple Watch si blocca: il problema si risolve con l’acqua
Segnalate dagli utenti di Apple Watch difficoltà nel funzionamento della corona digitale, che risulta come bloccata. Il problema potrebbe essere risolvibile mettendo Apple Watch per quindici secondi sotto un getto d’acqua fredda.

Temo quale soluzione verrà proposta per il prossimo imprevedibile difetto.

La CGIL contro lo sciopero bipolare

Con le leggi vigenti però è possibile scioperare contro un accordo firmato e approvato secondo le regole da parte di chi, come il CUB, quelle regole decide di non riconoscerle.

Questo è il motivo per il quale nell’Accordo non è prevista alcuna moratoria sullo sciopero che varrebbe solo per i firmatari dell’Accordo stesso e che oggi non hanno scioperato.

È facile dichiarare sciopero così.

Sembra un comunicato contro la CGIL.
Ma l’ha scritto la CGIL. Magari se se lo appendono e se lo rileggono ogni tanto.

Da La CGIL contro lo sciopero di ieri a Milano – Il Post.

One Infinite Milanese Loop

Il discorso della Ahrendts, parsa abbastanza emozionata nel rivolgersi alle decine di migliaia di dipendenti che lavorano nei negozi, è del tutto inusuale e avere lo scopo prima di tutto di spazzare via i sospetti di chi sosteneva che l’inusuale sistema di lancio di Apple Watch fosse stato dettato da una copione scritto da lei stessa che, arrivando da un brand come Burberry’s e da una storia professionale legata alla moda e al lusso, avesse disposto la cancellazione di code e bivacchi notturni davanti agli store usando una strategia, quella della sola vendita on line, che avrebbe cancellato uno dei tratti più iconici di Apple e del suo “popolo”. Un passaggio destinato a snaturare la storia di apertura verso gente entusiasta e che ama i prodotti della Mela e vuole manifestare una vicinanza anche fisica ad essi, a favore di un assetto di vendita elitario (e vagamente snobista) che guarda a lanci in stile modaiolo, con tratti chic, fatto di testimonials, di influencers, di copertine sui giornali di moda e di serate mondane con ospiti Vip.

Ha rassicurato i dipendenti degli Apple Store.

10 Oppure si sono cacati sotto leggendo tra forum e social network e calcolando che anche se vendessero ogni nuovo prodotto ad un VIP a 1 M USD cadauno, non ne avrebbero per pagare nemmeno i dirigenti?

Tutta questa vicenda di Apple Watch è stata qualcosa di difficilmente decifrabile per l’utente tipo, ovvero quello che fa i bilanci.
Finora c’era gente che vendeva reni per comprare prodotti Apple la mattina del lancio. Con Apple Watch (sul quale tutte le recensioni concordano essere MOLTO lento) era necessario puntare sulla coolness, perché non c’era altro.
Finora Apple Watch 2 sarà boom, stunning, unbelivable, insane, etc, ma Apple Watch 1.0 non è ‘sto granché.

Quindi doveva finire prima nelle mani di coloro che non danno valore ai soldi.

Ma questi non si metterebbero in fila tre giorni prima sulla V Strada; al massimo partecipano ad un party in loro onore.

20 GOTO 10.

* * *

Da La Ahrendts rassicura: «Niente puzza sotto il naso, i nostri lanci popolari torneranno» – macitynet.it.

Mandate i minori a lavorare

A complicare la situazione si inserisce il diritto tedesco, che non riconosce i danni morali ma solo quelli materiali. Il giurista tedesco Elmar Giemulla – esperto in materia di aviazione che è stato contattato dai familiari della scolaresca presente sul volo Germanwings – ha spiegato che, stando così le cose, nel caso dei minori la compagnia aerea dovrà pagare risarcimenti minimi alle famiglie, perché da un punto di vista “materiale” i minori non contribuiscono al sostentamento della famiglia tramite reddito. Per via della presenza della scolaresca, dunque, l’indennizzo dovrebbe essere inferiore a quello preventivato dalle compagnie assicurative.

Praticamente se era un charter per un’intera scuola, bastava chiedere scusa.

Da I risarcimenti del volo Germanwings – Il Post.

Ma cui?! Noi le stiamo proponendo, un’assicuraziòne…

ROMA – Per promuovere l’assicurazione casalinghe a tutela di chi si occupa in via esclusiva, gratuitamente e senza subordinazione della cura della casa e del nucleo familiare, l’Inail sta inviando una comunicazione alla platea dei potenzialmente interessati, pari a circa un milione e mezzo di persone. La lettera, firmata congiuntamente dal direttore dell’Inail, Giuseppe Lucibello, e dal presidente del comitato amministratore del Fondo autonomo speciale per l’assicurazione contro gli infortuni domestici, Federica Rossi Gasparrini, illustra i vantaggi dell’adesione all’assicurazione casalinghe informando sulle prestazioni garantite in caso di infortunio, sulle modalità di pagamento del premio tramite l’allegato bollettino postale precompilato, nonché sull’esonero dal pagamento per i soggetti in possesso dei requisiti di legge.

L’assicurazione contro gli infortuni da lavoro domestico è stata istituita e resa obbligatoria dalla legge 493/1999, che ha attribuito al lavoro familiare un valore economico oltre che sociale.

Il premio assicurativo è di 12,91 euro annui e, proprio per il suo carattere di obbligatorietà, gode di un’alta deducibilità fiscale, arrivando a costare in realtà circa 0,60 euro al mese.

È legge dello stato, dunque una proposta che non si può rrifiutare.
La notizie breve è “Tassa di 12,91 l’anno per quelli che stanno a casa”.
#lavoltabuona.

Da Nota per la stampa – Assicurazione casalinghe: l’Inail ha avviato un’iniziativa di sensibilizzazione sull’obbligo assicurativo.