O la spina o la canna

In Germania stanno cercando di rifarsi una verginità provando a mettere al bando le auto con motore endotermico entro il 2030.
Lasciamo perdere se sia vero e se la questione sia davvero in questi termini.
Lasciamo anche perdere la tecnologia, perché a fronte di richiesta (o, parimenti, di disincentivi) l’industria ha sempre dimostrato di avere capacità di tirare fuori tecnologie a costi formati in modo da essere vendibili.
Siccome voi sapete che a me piacciono molto le macchine, ma che le considero comunque un qualcosa di tecnologicamente fermo agli ultimi anni del diciannovesimo secolo (e in parte mi piacciono per quello, sia chiaro), non ho problemi ad immaginare una macchina spinta da uno o più motori elettrici alimentati da batterie che si carichino in 5 minuti e garantiscano un’autonomia di 500/600 km.
Solo che perché questo accada, è necessario che uno abbia modo di ricaricarle.
Ecco, se non sarà il 2030, sarà il 2035, ma non è molto tempo, sopratutto in un paese in cui non c’è alcuna infrastruttura di ricarica da nessuna parte, e che dipende per la produzione di energia per più del 60% da non rinnovabili (ebbene sì, il Italia il 30 e rotti percento dell’energia che serve attualmente è prodotta da rinnovabili, non siamo messi niente male).
Se non cominciamo subito, oggi pomeriggio, domani, a pensate una politica energetica che consenta di sostenere questo cambiamento e progettare e realizzare un’infrastruttura che lo implementi, la Terra continuerà a girare lo stesso, e noi saremo quelli che cent’anni fa erano la patria dell’automobilismo.
Potremo anche tirare fino al 2040 con ciuf ciuf, ma prima o poi questa vera rivoluzione (altro che minchiate 4.0, qui parliamo di logistica e trasporto, la spina dorsale di un paese, mica chiacchiere) ci collocherà tra i paesi del terzo mondo anche in questa classifica.
Oggi non lo siamo, ma appunto, il pianeta di noi se ne fotte.
Quello elettrico è un treno che non possiamo perdere; ahr, ahr… ma ce la faremo. Cof, cof.

Pesa più un pelo di fica

Ieri, ieri, ho letto in giro “Is Trump Campaign Over?”.
Ieri.

Fino a ieri l’altro, uno che aveva raccolto i voti dell’America (America, poi, statunitensi, cazzo) migliore arruolando omofobi, puttanieri, evasori, razzisti, fascisti, speculatori, classisti, cazzoni armati, misogini e baciapile, non aveva fatto muovere un sopracciglio a nessuno.

Uno che ha evaso le tasse dichiarandosi il peggior imprenditore della storia dell’umanità, ovvero uno che ha perso soldi con non uno ma tre casino di Las Vegas, essendone il banco intendo, e nel contempo ha ricevuto i complimenti del partito per la sua furbizia.

Però ieri è venuto fuori un video del 2005, in cui uno che tra le altre cose ha prodotto programmi televisivi per decerebrati, dice fica.
Un candidato presidente del più grande parco divertimenti del pianeta, che dice fica è proprio troppo.

Roba che rischia di mandarlo a fondo con tutto il tendone, gli animali e le miss.
O di farlo eleggere con un plebiscito.

La Stramba

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Già poche settimane fa, il totem italiano della legalità, Raffaele Cantone, aveva detto in aula di non essersi mai imbattuto in casi di 416 bis, appunto l’associazione di stampo mafioso. Eccola: questa è mafia capitale. A quasi due anni dall’inizio del grande scandalo, della scoperta della piovra coi tentacoli su Roma, resta un pugno di imputati con infiltrazioni sempre più ipotetiche e sempre più rare nell’amministrazione, e restano centinaia di articoli da stracciavesti buoni a gonfiare gli archivi, e resta qualche libro di successo e qualche film d’impatto. Restano, soprattutto, leader del Pd e del Movimento cinque stelle che continuano a rinfacciarsi rapporti con mafia capitale, cioè rapporti col nulla, che è la cifra dei nostri tempi.

Lo scrive Mattia FELTRI su La Stampa: La bolla di sapone di Mafia Capitale

È La Stampa, bellezza.

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Immagine di Favori, bugie e parcelle sospette: su Muraro si allunga l’ombra di Mafia capitale – La Stampa

Almanacco di Gotha

Dice la treccani1:

(…) in senso fig., coloro che rappresentano la massima autorità, che rivestono il maggior prestigio in un determinato campo: il g. industriale italiano, il g. finanziario milanese

Poi:

Lo scorso luglio il nuovo amministratore delegato Gabriele Del Torchio, nominato da Squinzi lo scorso giugno, ha deciso di posticipare al 30 settembre la presentazione del bilancio semestrale a causa del pessimo stato dei conti e delle perdite degli anni precedenti che stavano emergendo, segno di una situazione molto grave. Venerdì scorso Del Torchio ha presentato i risultati del semestre e si è capita la ragione della sua scelta: nei primi sei mesi del 2016 il gruppo ha perso 49,8 milioni di euro, portando la perdita complessiva degli ultimi sette anni a circa 300 milioni. Il comitato di redazione ha definito la situazione “sull’orlo del baratro”2.

Si parla de Il Sole 24 Ore.

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  1. Gotha in Vocabolario – Treccani
  2. Il Sole 24 Ore è in grossi guai – Il Post

Cyber bullismo e schiena dritta – Alfonso Fuggetta

L’altro giorno la stampa ricordava le parole di Ciampi, “schiena dritta”.

Ieri la Camera ha approvato una legge sul cyber bullismo che ci rende ridicoli.

Qualche giorno fa, un parlamentare del PD mi diceva “È una legge che non si può votare, proposta solo per non farci scavalcare dal M5S”. E poi l’ha votata.

In generale, quasi tutti i parlamentari dell’intergruppo innovazione, che a parole dicono di voler promuovere il digitale, o hanno votato a favore o si sono astenuti. Gli stessi che ci fanno lezioni sull’importanza dell’innovazione. Gli stessi che ci dicono di essere in Parlamento a servizio della causa digitale e non per far carriera politica.

Ecco, appunto, schiena dritta.Fate una cosa, la prossima volta che c’è una votazione di questo tipo, andate a parlare ad un convegno sull’innovazione. Almeno negli atti parlamentari apparirete come “in missione”.1

Oppure a presentare un libro.
Rigorosamente cartaceo, eh.

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  1. Cyber bullismo e schiena dritta – Alfonso Fuggetta

Disturbo della spersonalità

Mi scrive il piccolo Matteo daffirenze:

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A proposito di referendum e di www.bastaunsi.it

Finalmente abbiamo sparecchiato il tavolo da tutte le cose che impedivano una sana discussione di merito nel referendum.

Abbiamo spersonalizzato, come richiesto da tutti o quasi e non parliamo più di durata del governo o della legislatura.
Abbiamo dato la disponibilità a cambiare la legge elettorale e siamo pronti a confrontarci in modo libero con tutti.1

Chissà chi era che aveva personalizzato il voto quando era convinto che il 40% fosse un dato acquisito e grazie allo shish (che sarebbe lo swing della politica ggiòvane) si potesse solo migliorare, ed aveva scritto la legge elettorale in modo da impanarsi a Palazzo Chigi che nemmeno con lo Svitol™.
Chissà chi era che diceva che “noi siamo diversi e se perdiamo il referendum andiamo a casa”, e che adesso ci concede

  1. la spersonalizzazione richiesta da tutti
  2. la possibilità di discutere, adesso, su una legge elettorale che parrebbe incostituzionale (ancora?!) sulla quale il governo ha messo la fiducia.

Chi vota NO al referendum non vota come Casa Pound, Salvini, Grillo, D’Alema, ma vota contro una roba fatta a cazzo da gente che la sta già rinnegando dopo essercisi legata per il collo e minacciato di buttarsi dal pontile.

Più che statisti, altruisti.

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  1. Da Matteo Renzi Lunedì 12 settembre 2016, Enews 442

Virginio Razzi

È una forma di nuovo benpensantismo autoassolutorio: «Non stiamo lasciando ai figli un mondo di merda, infatti è un mondo che solo persone perfette possono correggere… è l’Italia bellezze», dicono guardando figli buttati in una società che hanno lasciato svuotare di morale e beni, di senso e di virtù. «Ti lascio in un mondo di cui è impossibile essere orgogliosi, in cui è impossibile trovare un senso… infatti neppure quei perfettoni dei grillini ce lo trovano, anzi lo vedi? Anche loro sono così… come gli altri». Ebbene io a questa gente dico: state tradendo la fiducia dei vostri figli, perché avete una morale migliore per noi? Cosa vi rende abili nel giudicarci?1

Adesso con la supercazzola la nemesi è completa.

Ho sempre pensato che il grillismo fosse un movimento rivolto agli sfigati illudendoli di poter contare qualcosa, per gente convinta e finalmente legittimata a poter parlare di tutto non malgrado, ma proprio in virtù del fatto di non saperne un cazzo.

All’atto pratico devo convincermi che sono un’emanazione della setta di Jones, che trascina quanto più materiale a valle prima della soluzione finale.

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  1. Corriere della Sera – La lettera di Grillo: «Non siamo perfetti ma non ci arrendiamo

No taxation without representation

Per chi vuole vedere tutto l’incontro, qui c’è la registrazione – a essere sinceri, davvero una serie di banalità da retorica motivazionale, a cui non sarebbe interessante nemmeno dare rilievo; se non fosse che Facebook è così presente nelle nostre vite, e un confronto serio e reale con chi ne ha il controllo sarebbe stato utile.

Per esempio, gli si poteva chiedere come mai Facebook nel 2015 ha incassato di pubblicità in Italia 350 milioni di euro ma ha pagato solo 200mila euro di tasse (ossia un’aliquota dello 0,057 per cento)

Da L’Italia s’inchina all’imperatore di Facebook – Christian Raimo – Internazionale

Una volta, signora mia, qui era tutto Telnet

Se queste coordinate ora sono più chiare, possiamo affrontare la questione cibo di una volta. Ebbene, anche se noi ricordiamo con piacere il cibo della nostra infanzia – io alcune ciliegie mangiate sugli alberi, mio padre mi teneva sulle spalle – è bene sapere che siamo vittima di falsi ricordi. In passato la carne fresca era dura e maleodorante, la frutta aspra e immangiabile, le verdure fresche amare, il pesce puzzava, il latte diventava acido, le uova marcivano (ora le galline depongono un uovo al giorno per circa 200 giorni, prima un uovo al mese e per pochi mesi) e le malattie una costante. Esempio. Alla mia nascita ci fu una discussione tra parenti, l’oggetto era il seguente: deve essere devoto a Sant’Antonio Abate o Sant’Antonio da Padova? Il lato contadino spingeva per Sant’Antonio Abate, quello più borghese per Padova. Il conflitto riguardava, in realtà, il potere di guarigione. Sant’Antonio Abate, infatti, pare avesse potere sul fuoco sacro.

Segue su Contro l’agricoltura di una volta

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Per non dire del fatto che gli innesti producevano piante transgeniche per definizione. E per tacere il fatto che molte coltivazioni biologiche come il grano, in assenza di modifiche genetiche sono tossiche, proprio perché la natura difende il grano dalle aggressioni e non gli umani dal pane fatto con quel grano.

Non non viviamo più secondo natura, per nostra fortuna.
Anche perché secondo natura staremmo ancora cacciando, invece di dedicare le nostre energie a scrivere sui blog dal telefono.

Segnalo solo che al Ministero sovvenzionano l’Agricoltura biodinamica, che non è quella di una volta, ma quella che avrebbe potuto concepire l’Australopiteco se solo avesse avita abbastanza cervello da metterci tanto il firmware per sopravvivere all’ambiente avverso quanto le cazzate che derivano dalla superstizione.

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Sull’argomento vedi anche

  1. eDue – Adesso piantala