Locusta.app su App Store

Ho pochi semplici regole che mi seguono da anni.
Una è: non faccio pubblicità, a meno che non possa farla gratis, non pagato per farla intendo, al limite pagando.

Sembra assurdo, ma a ben vedere, se faccio pubblicità di una cosa è perché penso che coloro che mi dovessero credere mi ringrazieranno.
Ad esempio, sono anni che faccio pubblicità a BBEdit™, che ritengo uno dei motivi per cui il Mac è superiore a Windows e Linux, eppure è probabile che BareBones Inc non sappia nemmeno che esisto e che gliela faccio.
Tutti coloro che mi hanno dato retta e l’hanno comprato, come me a suo tempo, mi ringraziano per averglielo fatto conoscere.

Quanto segue è pubblicità.

Ieri è uscita l’app per iPhone e iPod touch di Locusta Temporis, di cui vi avevo già parlato in occasione della versione e-Book1.
Pur essendo coinvolgente, sospettavo che una serie di problemi di giocabilità derivassero dal formato epub e non dall’idea, e mi sono unito al coro di scassaminchia che tendevano a convincere Enrico COLOMBINI a farne un’app per i dispositivi mobili di Apple.

Siamo stati talmente tanto fastidiosi e puntuti che alla fine l’abbiamo avuta vinta:

App Store – Locusta Temporis.

Se cliccate sul link qui sopra non mi viene in tasca nulla e nemmeno vi fanno lo sconto: che aspettate?

* * *

  1. eDue – Pubblicità
  2. App Store – Locusta Temporis

webOS.net

È inutile che ci nascondiamo dietro un dito: sono contento.

Sono legato a Palm da sempre, dal Pilot III.
Avrete entrambi letto1 della mia malinconia per una piattaforma che non ha saputo innovare ed è passata dal dominio assoluto del mercato dei palmari alla più completa marginalità, passando di mano in mano svalutandosi ogni volta.
E che, ironia del mercato, quando ha davvero innovato con webOS lo ha fatto con incolmabile ritardo.

HP2 non è sempre stata una società che produce robetta a poco prezzo; fu una società che faceva della qualità e del controllo della qualità (delle misurazioni) una bandiera.
La seconda bandiera era la ricerca e la formazione.

Recentemente HP ha perso il LED della ragione e si è prima lanciata in una serie di acquisizioni senza senso colta da bulimia, poi a causa della stessa patologia ha cominciato a ficcarsi le dita in gola nel tentativo di riguadagnare peso forma. Come sanno coloro che trattano i disturbi del comportamento questo non funziona come si immagina.

Il penultimo amministratore delegato di HP, che di cognome fa Farmacista, ha deciso che l’unica era fallire.
Fortunatamente gli hanno chiuso bocca e bottega prima che cominciasse a concretizzare il suo intento3.

L’unica variabile che qui interessa era quella legata alle sorti di webOS.
Oggi HP fa HP dei tempi migliori, e rilascia webOS come progetto Open Source4, e promette di mantenerci una tasca dentro5.

HP today announced it will contribute the webOS software to the open source community.

HP plans to continue to be active in the development and support of webOS. By combining the innovative webOS platform with the development power of the open source community, there is the opportunity to significantly improve applications and web services for the next generation of devices.

webOS offers a number of benefits to the entire ecosystem of web applications. For developers, applications can be easily built using standard web technologies. In addition, its single integrated stack offers multiplatform portability. For device manufacturers, it provides a single web-centric platform to run across multiple devices. As a result, the end user benefits from a fast, immersive user experience.

Bene.
Ne riparleremo se e quando se ne saprà di più6.

* * *

  1. eDue – Palm
  2. Wikipedia.it – HP
  3. eDue – Nihil morte certium
  4. BBC.co.uk – HP donates WebOS system code to open source developers 9 December 2011
  5. HP.com – HP to Contribute webOS to Open Source Palo Alto, Calif., Dec. 9, 2011
  6. HP webOS Developer Blog – Open Source!

Neo Modem

Il Fatto Quotidiano (parlo del giornale, non del sito) ha, recentemente, manifestato una certa tendenza alle elisioni in forma poetica.
Nel tentativo di diventare vieppiù (no, dico, “vieppiù”…) una specie di La Repubblica De Noantri, si sta farcendo di rubriche e trafiletti su cose inutili e stupide, o peggio di cose utili trattate in modo stupido.

Scopriamo, ad esempio, che il nuovo tablet di Amazon:

L’e-reader può diventare tutto
Un modem portatile e (quasi) un computer con Linux

(…)
Ecco, adesso, datelo in mano a un dottor Victor von Frankenstein dei giorni nostri, un hacker che non appena si trova in mano un oggetto carino e molto diffuso non ve- de l’ora di aprirlo, di sezionarlo, di po- tenziarlo, di modificarlo fino a creare un FrankenKindle. E più l’oggetto è chiuso, più il produttore mantiene funzioni e potenzialità nascoste o soffocate, più l’hacker s’impegna per dargli nuove potenzialità, per espandere gli orizzonti della tecnologia. Il risultato? Lo vedete nei numerosissimi forum e blog di hacker che descrivono la genesi di questi piccoli Kindle Frankenstein come kindlehacks.blogspot.com o kindleitalia.com. L’unico limite è la fantasia del chirurgo che opera.1

Ora, va bene entusiasmarsi e va bene titolare fuori contesto, ma se uno avesse mai avuto in mano un e-reader qualunque, magari perfin lo stesso di cui parla, non gli sarà sfuggito che l’e-reader in senso stretto è un oggetto che non può far altro che rappresentare e-book, perché non ha interfaccia utente che non per quelli; non ha tastiere che non siano virtuali e non ha un touch screen; scrivere “http://www.ilfattoquotidiano.it/” su un oggetto del genere, contando su un joystick ed un tasto enter non è la versione moderna di un quasi computer, ma di una quasi consolle da bar, o di un flipper, di quelli in cui per scrivere il nickname del nuovo recordman ci voleva un quarto d’ora buono. Il tutto su uno schermo che dà piste su piste ai concorrenti, ma è in bianco e nero e lampeggia al cambio pagina.
E, sopratutto, viene da chiedersi perché mai gli hacker vengano sempre citati a cazzo.

L’effetto sul lettore non avvezzo a leggere di tecnologia è che questa tecnologia continua ad essere e ad essere trattata come un’appendice di Harry Potter, con la quale solo “Victor von Frankenstein dei giorni nostri” si rapportano, e lo fanno per creare mostri dai nomi strani (proxy, modem per collegarsi ad Internet, Linux Box).

Queste cose le leggevamo vent’anni fa sulle fanzine del Sinclair QL. Oggi vorremmo che chi informa non sorprenda gli ignoranti, ma fornisca loro strumenti per esserlo un po’ meno.

Posto poi che l’aver rinnovato l’abbonamento per tempo mi ha consentito di pagarlo di più, direi che con quest’anno si van chiudendo le speranze di un giornale che lascia fuori dalla redazione inventori e recensori all’oscuro dei fatti2, 3 per privilegiar giornalisti.

Peccato perché le promesse non mantenute aumentano il numero dei delusi; e non è che di delusioni si abbia proprio un gran bisogno di questi tempi.

* * *

  1. Il Fatto Quotidiano – Frankenstein aiuta il lettore, di ZICCARDI, Giovanni, inserto Saturno 9 dicembre 2011, p.IV
  2. eDue – Informati(ci)
  3. eDue – Lady Gaga, Heather Brooke e gli Half Inches

Tasso da stronzino

Se volete prendere una Mégane a rate, avete sul sito Renault un ottimo configuratore che propone anche due finanziamenti diversi.
Uno si chiama Inclusive, ed a parte un tasso da credito a consumo, non ha praticamente nessuna caratteristica degna di nota.
L’altro, dont je voudrai parler ici, si chiama New Deal, e pare funzioni così:

Su 23.100,00 € totali, date
16.000,00 € di anticipo e finanziate
6.310,00 € in 36 mesi massimo per
949,35 € / mese, ovvero
34.176,60 €.

Se volete il Finanziamento protetto, sono altri 7,57 € / mese e quindi quei 6.310,00 vi costano 34.489,80 €.
Il tasso, nei due casi in esame sarebbe circa il 541,6 % per il primo e 546,6 %.

Entrambi i casi più che essere da strozzino, sono da veri coglioni.
Considerato che non si possono inserire dati (e quindi l’utente del sito non può sbagliare nulla, nemmeno deliberatamente) ma solo cliccare pulsanti “+” e “-“, sì, mettere una cosa del genere sul sito senza averla nemmeno provata è da veri coglioni.

Qui gli avrebbero detto di non rompere il cazzo coi trucioli

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=3U2X-J8sP2c

Federico FAGGIN racconta il suo contributo all’impaccamento dei sottosistemi di una CPU in un singolo chip, ovvero la nascita del 4004 Intel.

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=CcOk3jMRoyA

Se non fosse per lo spread

Adobe1 ha annunciato che smetterà di sviluppare Flash2 per i dispositivi mobili e Microsoft3 potrebbe sul fatto che non svilupperà più Silverlight dopo il prossimo rilascio (5.x).

Se non fosse che non potremo permetterci4 le macchine su cui queste cacate giravano, ci sarebbe da festeggiare.
D’altro canto possiamo sempre sperare che l’amnistia (ovvero il decreto sviluppo prossimo venturo)…

* * *

  1. Adobe – Flash to Focus on PC Browsing and Mobile Apps; Adobe to More Aggressively Contribute to HTML5
  2. Adobe – History of Flash How FutureSplash Animator was Born
  3. Electronista.com – Microsoft may drop Silverlight after imminent 5 launch
  4. LaVoce.info – DEBITO A VALANGA, IL SENTIERO SI STRINGE di Francesco Daveri 09.11.2011