Immagina, puoi

mlogo

Ricevo (volentieri) questa e-Mail:

The Fink Project announces the release of the nominally identical
fink-0.36.5 for 10.6 and fink-0.37.0 for 10.7-10.9. These releases
contain a number of improvements including better Java SDK detection,
easier compiler wrapper maintenance, and recognition for OS 10.9.3.

Link per scaricarlo?
Troppo facile, questo è Software Libero, tessoro™.

http://www.finkproject.org/:

News
2013-06-04: fink-0.36.5 and fink-0.37.0 released. End of official support for 10.6.-

fink-0.37.0 and fink-0.37.0 were released on 4 June, 2014. These fink releases contain fixes for Java detection on 10.6 if older versions of Apple’s Java SDK are installed. fink-0.37.0 officially recognizes OS 10.9.3. In addition, Fink’s compiler wrappers are now installed directly by the fink package to make for easier modifications.

Yesss!
Un linchino?!
No, eh…
OK, Downloads:

Quick Start
New to Fink? These quick start instructions are here to get you up to speed with the binary release.
10.6, 10.7, 10.8, and 10.9 users: There is not currently a binary installer, and you will need to follow the source install instructions instead.

Finita qui?
Macchè:

Upgrade Instructions for Mac OS X 10.9
Important Notes:
There is no supported upgrade path for Fink from 10.8 (or earlier) to 10.9.

Pliz shot our country

SEMPLIFICAZIONI BENI CULTURALI
FOTO LIBERE NEI MUSEI, PAESAGGIO, ARCHIVI

(Misure urgenti per la semplificazione in materia di beni culturali e paesaggistici)

Sono libere, al fine dell’esecuzione dei dovuti controlli, le seguenti attività, purché attuate senza scopo di lucro, neanche indiretto, per finalità di studio, ricerca, libera manifestazione del pensiero o espressione creativa, promozione della conoscenza del patrimonio culturale:

1) la riproduzione di beni culturali attuata con modalità che non comportino alcun contatto fisico con il bene, né l’esposizione dello stesso a sorgenti luminose, né l’uso di stativi o treppiedi;

2) la divulgazione con qualsiasi mezzo delle immagini di beni culturali, legittimamente acquisite, in modo da non poter essere ulteriormente riprodotte dall’utente se non, eventualmente, a bassa risoluzione digitale.”.

Al fine di semplificare i procedimenti in materia di autorizzazione paesaggistica il termine di efficacia dell’autorizzazione decorre dal giorno in cui acquista efficacia il titolo edilizio eventualmente necessario per la realizzazione dell’intervento, a meno che il ritardo in ordine al rilascio e alla conseguente efficacia di quest’ultimo non sia dipeso da circostanze imputabili all’interessato.

Facilità di accesso ai documenti e alla loro consultazione presso gli archivi di Stato: consultazione dei documenti degli organi giudiziari e amministrativi dopo trent’anni invece che dei precedenti quaranta.

Bene.
Sempre che non si nasconda qualche cetriolo tra le pliche delle norme tutt’attorno.

Curiosità: Rutelli aveva chiarito che esattamente tutti quelli citati qui sopra erano diritti inesistenti in Italia.

* * *

Da: DISPOSIZIONI URGENTI PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE, LO SVILUPPO DELLA CULTURA E IL RILANCIO DEL TURISMO.

Fuori i clienti dal tempio

Qui trovate gli aggiornamenti.


Dalla Digital Edition di Quattroruote e Ruoteclassiche hanno tolto la possibilità di scaricare la rivista in PDF.

QR_RC

Che poi era l’unica cosa che aveva senso fare.
Perché a volte una nuova versione dell’app per iOS cancellava tutti i numeri acquistati1, a volte uno preso dalla disperazione avrebbe perfino finito col leggere Quattroruote direttamente sul sito2.
In questa seconda ipotesi, metti che uno volesse anche leggere Ruoteclassiche lo stesso giorno, il sistema editoriale ti avrebbe bloccato dicendo che

Postazione non abilitata

Siamo spiacenti, ha raggiunto il limite consentito di postazioni.
Questa postazione tornerà disponibile da domani.

Le consigliamo di cambiare la sua password dalla sezione : Mio Profilo

E perché DOMANI se li ho già pagati, e sono sulla stessa macchina, sullo stesso browser e li voglio leggere ADESSO?

Perché?!
Beh, perché anche se il sistema è lo stesso per entrambe le riviste (e vorrei vedere), se si è già loggati per leggerne una, la seconda richiede una nuova login; il che porta il numero di sessioni contemporaneamente aperte oltre il limite massimo; fissato in UNA.
E quindi impone di aspettare 24 ore per leggere le due riviste.
Già pagate.

Immagino sia per evitare lettori superficiali.

E allora, prima, uno scaricava il PDF, e lo leggeva e rileggeva quando cazzo voleva.
Ebbene no, non più.
Qualche sacerdote addetto al culto del Grande scalpellamento di coglioni dei clienti, in quel di Rozzano, dev’essersi accorto che malgrado tutto il cliente riusciva a bypassare il lago di merda, il drago sputafuoco con l’alitosi, gli zombie con il vomito fluorescente a spruzzo e perfino il predetto sistema editoriale (fate voi qual è peggio); ed hanno quindi tolto la possibilità di scaricare il PDF.

Sinceramente non ho mai visto un accanimento di questo livello verso i clienti.
Clienti, poi… Ex.

* * *

  1. Una ventata di modernità
  2. Non era vero, e ovviamente non lo sapevano

Sorridi, domani sarà peggio

di seguito gli aggiornamenti sulla vicenda:

Il neo-direttore di Ruoteclassiche, ha fatto un editoriale tutto molto duepuntozzero:

Questa è tratta da Il meglio di Monty Python2:

Risposta ufficiale

Purtroppo non è possibile scaricare il pdf delle riviste ma solo consultarle online.
La possibilità di consultarle offline è offerta dalle app Android e iOS che consentono il download del numero (non in formato pdf).
Se è riuscito a scaricare il pdf si è trattato di un malfunzionamento del suo account che è stato risolto.

Un malfunzionamento che va avanti dal dicembre del 2011, per un totale di 35 numeri, speciali compresi.
Adesso hanno risolto.
Pure io, pensa.

Impos(i)tori

L’Ipt. Per l’Imposta provinciale di trascrizione, il Pacchetto prevede due scenari. Il primo, “più difficile ma fattibile”, è di fatto un’abolizione secca che toglierebbe 1,5 miliardi di euro dalle casse dello Stato: secondo Capezzone, il colpo d’accetta sarebbe una goccia nel mare della spesa pubblica, ma potrebbe aver vita dura rispetto alla seconda ipotesi, quella di un’abolizione graduale a partire dalle nuove immatricolazioni.

Il tanto tirarsi e tirarsela sull’abolizione delle provincie, che non sono state abolite, ma trasformate in consorzi di comuni, ha in effetti visto al centro del palco i risparmi in termini di elezioni e di consigli, ma non s’è mai parlato di abolire, ad esempio, la odiosissime ed inutilissime imposte legate alle provincie stesse.
E non parlo solo di IPT, che non significa nulla (la provincia non trascrive nulla, lo fanno PRA e Motorizzazione, inutili duplicati reciproci), ma anche, ad esempio, dell’imposta sull’imposta “bollino verde” sulle caldaie. Non solo il bollino verde non serve a nulla, ma è poi necessario pagare due conti correnti postali(*): uno al comune ed uno alla provincia. E potremmo continuare con le addizionali IRPEF.

(*) Nota: siccome i due conti correnti postali hanno l’intestatario sbagliato, pur avendo il numero corretto che a quanto pare è solo chiave parziale in tabella, non possono essere pagati online.
Per farlo dovete parlare con gli URP di comune e provincia, e accedere al segreto:

– in quello comunale, è necessario integrare con “uff. tributi indiretti, capitolo 880” (uff col punto, mi raccomando)
– in quello della Provincia di – si scoprirà poi che l’intestazione è Amm.ne Prov.le, entrambe col punto.

A parte il fatto che nessuno degli URP suddetti ha un numero verde, i siti relativi riportano stringhe diverse su documenti diversi riferiti alle stesse cose.

Capite che il problema non è abolire le provincie, inutilissime – ripeto, ma tutto l’indotto fognario che le collega idealmente.

Per finire in bellezza, la ricevuta dei pagamenti e il foglio giallo del bollino verde vanno mandati ad una srl, posseduta al 100% dalla provincia, che gestisce i “servizi” ambientali.

Srl, capite, il cui compito precipuo è ricevere notifica di avvenuto pagamento di una tassa sull’impost(ur)a.

Ah, hanno una PEC: 552: Mailbox full; non l’hanno mai consultata.

Da Ipotesi legge – Bollo, Ipt E Flotte: Tre Idee Pro Filiera – Quattroruote.

Ce l’avevo qui…

Schermata 2014-03-21 alle 15.44.40

Ciao!
Ti è scaduto il PIN, sono mesi che non lo usi il PIN!
– e no, lo uso una volta l’anno per il CUD…
Ti è scaduto il PIN?! vai alla procedura di generazione di un nuovo PIN!
Ciao!
Eccoti alla procedura di generazione di un nuovo PIN!
Adesso generiamo il PIN!
Clicca su Avanti >>> per proseguire, mi raccomando!
– ma io vorrei il CUD
Certo, ma ora scriviti il nuovo PIN e clicca su Avanti >>> per proseguire, mi raccomando!
Inserisci il nuovo PIN e clicca su Avanti >>> per proseguire, mi raccomando!
OK! Adesso ha un nuovo PIN: contento?! Clicca su Avoja! >>> per proseguire, mi raccomando!
– sì, ssenta io vorrei il CUD
OK, prosegui per il servizio richiesto >>>
Hai modificato il PIN, te lo ricordi? Clicca su Clicca su Vorèivede! >>> per proseguire, mi raccomando!
Ma gnente gnente volevi il CUD?! Clicca su Ennò! >>> per proseguire, mi raccomando!
Inserisci il codice fiscale e il PIN.

E poi.

Para(lla)sse le chiappe

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Una della feature più cool di iOS 7 fu l’animazione (diciamolo pure il banale spostamento in senso contrario al movimento registrato dallo giroscopio) dello sfondo della schermata di blocco e della schermata Home.

Siccome in seguito all’introduzione di questa cazzata la percentuale di disabili apparenti che usano iPhone è aumentata esponenzialmente, e siccome la feature più cool è sopravvissuta a sette rilasci da 7.0.1 a 7.0.6 accogliamo con sollievo iOS 7.1, rilasciato stasera, che finalmente la elimina.

Prima, infatti l’unico modo di eliminare ‘sta cazzata era entrare nelle impostazioni di accessibilità e tanto per non smentirsi usare una non meglio specificata Riduzione della velocità; siccome gli iCosi comunicano alla base quel che fa l’utente, e siccome appunto con iOS 7 il numero di persone che entravano nel menu riservato alle disabilità è aumentato di molto, con il 7.1 potete disabilitare l’effetto parallasse (la cazzata, appunto) sia nella schermata di blocco che nello sfondo delle pagine interne.
E, udite udite, le due impostazioni sono separate, ovvero potete tenervi una mezza cazzata su l’una o sull’altra schermata.

Disabilitata ovviamente su entrambe, impostando Zoom prospettiva su No quando scegliete lo sfondo, la precedente voce di riduzione della velocità resta al suo posto, ma vi restituisce un iPhone non meno reattivo, ma più triste.
Potete dunque disabilitare anche quella.

* * *

L’immagine è presa da Alfa Romeo Club Milano.

.deutschetourenwagenmeisterschaft

Da ieri anche i privati cittadini possono registrare il loro dominio con i nuovi TLD1.

La cosa bella è che a parte forse un paio su settecento (ad esempio .map e .sex), non solo questi nuovi non aggiungono nulla al valore di un sito, ma spesso lo rendono virtualmente irraggiungibile per l’alto rischio di errori di battitura. I vecchi TLD, infatti, nati in un epoca in cui tutto era al risparmio nell’ambito dell’informatica, erano a due caratteri quelli regionali (ad esempio il nostro .it) ed a tre quelli settoriali (.edu, .com, .net, ecc.).

Adesso che le estensioni hanno nomi di una ventina di caratteri (non sorprenderà che quelli tedeschi stravincano a mani basse, alcuni con l’umlaut, poi, che libidine), sarà solo più complicato farli entrare sulle insegne e sui biglietti da visita:

.allfinanzberater
.vermögensberater
.allfinanzberatung
.northlandinsurance
.northwesternmutual
.travelersinsurance
.vermögensberatung

Alcuni, poi, probabilmente creeranno dei mostri, come ad esempio i TLD che sono in realtà nomi commerciali.
Se ad esempio prendiamo .audi, intanto che indirizzo avrà il sito del produttore omonimo?

audi.audi?
info.audi?
car.audi?
my.audi?

A parte essere brutti, invertono la logica che c’è sempre stata finora nel ricordare che la parte significativa del sito era il secondo livello.
E poi non è chiaro a chi siano riservati.
Perché immagino che se non lo fossero, accadrebbero cose tipo

fuck.audi

e così con tutti gli altri, ovviamente.
Per i meno fantasiosi c’è anche

.sucks

Infine capisco e condivido il fatto che il pianeta non è più USAcentrico, ma

.商城
.商店
.商标
.嘉里

non vanno oltre i confini territoriali per lo stesso motivo ed in più mi creano un problema logico, perché se la lingua è scritta in colonna, o da destra a sinistra, che senso ha un dominio scritto in riga e da sinistra a destra.

Insomma, boh.

* * *

  1. New TLD List 2014 – New Top Level Domain Extensions – New TLDs 2014