Cacarel (Pour l’homme)

Stamattina cacarella, vulgata romano per diarrea.

Vado in ufficio con un tappo al culo virtuale (ovvero contenendo l’impossibile) e colà vado al bar.
Vado al bancone e chiedo una spremuta di limone.

Devi (il tu è d’ordinanza) fare prima lo scontrino.
OK, cosa dico?
Che prendi?
Una spremuta di limone.
E tu gli dici una spremuta di limone.

Cassa.
Una spremuta di limone.
Limonata?
No, una spremuta di limone.
E quanto vie’?!
E moo vienghi a chiede a mme?!
‘Spe’… Attilio, quanto vie’ ‘na spremuta.
– Uneccinquanta.
Uneccinquanta.

Bancone.
Una spremuta di limone.
Spremute, solo arancio.
Atti’, bello de casa (il tu è di stizza), so’ cinque minuti che sto a girà qua dentro pe’ ‘na cazzo de spremuta de limone; finite le manfrine, me li spremi ‘sti limoni?!
Nun posso me se sporca la machina.

Cassa.
Uneccinquanta.
Prego?!
Rivoglio uneccinquanta.
Pe’?!
Pe’ lla spremuta che non m’ate fatto.
Ma io mo t’ho fatto lo scontrino…
E sticazzi, io non ho potuto consumare e ho pure perso dieci minuti.

Ma si lo voi sape’, la spremuta de limone m’ha fatto comunque effetto: mo’ a caca’ c’annate voi.

R 20101223 1817

me.Cojoni

Che l’iPhone fosse un dispositivo destinato e rivoluzionare il nostro rapporto con la tecnologia, lo si sapeva. Il fatto fondamentale è che, malgrado il tutto fosse ampiamente annunciato e dettagliato, Apple è sempre e comunque in grado di stupire.

Nell’iPhone 3G, e anche in quello EDGE (installando a pagamento l’upgrade al sistema operativo 2.0), ad esempio è persino possibile,

Se avete molti contatti, usare la funzionalità di ricerca per trovare dei nominativi specifici

Non solo, ma alcuni rumors rivelano che nella versione 2.1 del sistema operativo ci siano tracce di funzionalità come il copia&incolla.

E tutto questo questo senza che nessuno provi un briciolo di vergogna.

I Paraculi (Mi urtano)

Ricordate l’epoca in cui la Fisica era ispiratrice del design?

Beh, prendete i paraurti:

Il caso A) è quello di sempre, ovvero fino alla prima metà degli anni 80 del secolo scorso. Ti prendevi, lui scorreva parallelo alla carrozzeria e tornava lì dov’era partito. Li facevano tutti così. Inoltre i paraurti erano in plastica NON verniciata, tanto che spesso scendevi, non vedevi nulla ti facevi la faccia da boh e ripartivi.
Il caso B) fu il primo timido tentativo di cambiare musa e si iniziò a trarre ispirazione dalla Finanza. Ecco la finanza creativa, ovvero tariffare indirettamente il possesso con i pezzi di ricambio.
Il caso C) è quello odierno, ovvero macchine da dentro le quali non si vede un cazzo, e che come ti appoggi ad un’altra ti abbozzi i parafanghi fino a metà macchina.

E le assicurazioni pagano, a parità di dinamica, almeno il triplo in pezzi di ricambio ed aumentano i premi.

Premi… hanno vinto?!
Non sarebbe carino dare un occhio agli assetti societari?!

Trasparenze (by Caneguida)

Ormai le superfici vetrate utili delle autovetture sono ridotte e percentuali risibili.
Le linee di cintura, ormai sono linee ascellari.

Dicono che il pubblico (“pubblico”, come al cinema) vuole auto aggressive ed il mercato si adegua.
Finiremo prima o poi di credere a queste stronzate?
Se non hai alternative, il mercato un cazzo.

Quindi le macchine in giro sono scatole con visibilità quasi nulla su tutto quanto le circonda.
E questo non è un problema estetico, è una questione di sicurezza: da dentro non si vede quasi più un cazzo su circa 280 gradi.

Questo porta almeno tre conseguenze:
– I proprietari che fumano (o sono semplicemente coatti) stanno col gomito appoggiato al finestrino all’altezza del sommo della nuca
– Quando devono pagare un casello (perché micasoscemo, corcazzo ertelepa’, er canone peggnente, noo, see, lallero) provocano file di chilometri e danno spettacoli da circo bulgaro
– I paraurti, verniciati, lucidi come vetrine di bordelli olandesi, vengono sempre più usati nuovamente ed inevitabilmente per parcheggiare appoggiandosi: e i carrozzieri godono.

Ah, aumentano anche le macchine col TETTO in vetro: passasse una che fa parapendio in minigonna senza mutande…

R 20101008 1858
R 20110326 1134

La supercapsula differenziata

In questi giorni di emergenza ambientale nel napoletano, non può non colpire la quantità inutile di rifiuti che vengono generati (riciclabili o meno che siano) da Apple:

Trattasi di una scatola, con dentro del polistirolo a trattenere una cornice in cartone, circondata di cellophane, al cui interno c’è una scatola colorata che contiene cartone formato e verniciato (in bianco lucido) con dentro un oggetto e degli accessori, parte dei quali imbustati in PVC.

La confezione è raccolta e compatta, ma una domanda: la scatola, quella direttamente a contatto col prodotto, una volta, non serviva ad evitare che il prodotto si danneggiasse durante il trasporto?

Ha senso mettere una scatola intorno per evitare che la scatola si danneggi durante il trasporto?

* * *

il resto potete vederlo direttamente sul sito di Macitynet, dal quale è tratta l’immagine.

Le pattine del Leopardo (wIP 0.6.6)

Non ho mai sopportato il disordine, nemmeno davanti al computer.
Undici anni fa scrissi wIP per il System 7.5, poi divenuto Mac OS 7.6.1 nel primo cambio d’immagine della casa madre.
Da allora una nuova versione (o due) di wIP ad ogni nuova versione del Mac OS. Il 10.5 non poteva fare eccezione, ed ecco wIP 0.6.6.

Non c’è solo un intento estetico dietro wIP, non è paura che mi righino il parquet; c’è soprattutto un motivo meramente funzionale.

Mettiamo che un vostro amico abbia un Cinema Display da 30″, e voi un MacBook da 13″ e rotti.
Vi passa una chiave USB, ci cliccate sopra e non vedete nulla, che succede?
Succede che la finestra è fuori schermo. Mettiamo che sia una sola, poco male, ma se tutte le finestre annidate fossero fuori schermo o al limite dello schermo?

Spostare tutte a mano?
Se ho fatto il programmatore è perché sono pigro e do importanza al tempo come uno dei fattori della qualità della vita. Ecco wIP.

Se volete saperne di più, fate un giro sulla sua pagina su Roam.

Per ora basti dire che wIP è software libero rilasciato sotto GPL 2.0 o successiva; ed è anche gratuito, che non guasta.

Il Ragazzini Avanzato (A due peli)

Eravamo ragazzini, e si facevano quei salti mortali all’indietro con filettatura stretta che tutti gli adolescenti fanno con le parole.

Inventavamo tutto, dalle figure mitologiche come il Darenato, un essere parte straccetti e parte rughetta, alle novità assolute alla Euronovagliintrovabili, come il primo spazzolino monopelo a due peli, il vibratore immobile per chi soffre il solletico, il pulsante per campanello fatto a Catis per certe nostre coeve.
Nell’Ovettokinder mettevamo i Socialozzi come la Maggiolina ed il Leoncavallo ed uno di noi s’era specializzato coi rutti e riusciva a dire Yabba-dabba-doo con un solo movimento di diaframma.

Poi siamo cresciuti (almeno in altezza) ed abbiamo abbandonato quelle attitudini.
Oggi mi passa davanti un furgone con su scritto

Il primo Cash&Carry con consegna a domicilio

Non eravamo immaturi; eravamo già terziario avanzato.

L’inchiostro del bramante (Appunto)

Ero bambino che studiavo ingegneria.
Allora la facoltà di informatica non era nemmeno contemplata, e per avvicinarsi asintoticamente, c’era Ingegneria Elettronica.
Già allora, usavo per studiare un portamine 0,5 e per reggere i libri aperti una molletta.
Giorni fa al Chiostro del Bramante, scopro che nel sottotetto c’è una galleria d’arte.

DSCN8374

Se invece che reggerci i libri e prenderci appunti, avessi fatto le foto a quegli oggetti a riposo, oggi per una cacata come questa mi darebbero 750,00 euro (senza cornice).

Un solo appunto: crescendo sono rimasto un coglione.

Pistola (Microvetture)

La pistola non uccide, uccide chi la impugna: il pistola.

I giornalisti ogni tanto scoprono.
I ministri inventano.
A volte si scambiano di posto.

Le microcar.
Premesso che le userei come supposte per coloro che le comprano (e non ho detto posseggono, si badi), non necessitano di patente per essere guidate.

Signor ministro, dopo le cazzate sui condizionatori e il fiume di parole al vento sulla sicurezza, se solo lei permette e concepisce che ci possano essere utenti della strada che possano ignorarne il codice, qualunque cosa ella affermi è destituita di ogni riferimento alla realtà.

Non si capisce perché per guidare una Smart necessiti la patente e per guidare una microcar no.
Non ho detto che non so perché, badi, ho detto che non si capisce.

Signor giornalista, nel suo recente articolo in cui disvelava una realtà a lungo sottaciuta, ovvero che dei poveri ignoranti ed immaturi, messi alla guida di una mezzo ed in mezzo ad altri mezzi facciano danni, ha dimenticato di dire che la cosa è:

Sorprendente, clamorosa, inattesa e pertanto costituisce scandalo, vergogna, emergenza.

A tutti noi patentati, il tutto sembra solo ovvio, come lo è il fatto che siamo di fronte all’ennesima legislatura che non si occuperà di questa ovvietà, e finirà col punire l’uso dell’accendisigari elettrotermico al volante, curandosi al contempo di ridurre ancora la presenza della Stradale sul territorio.

Never Cover(ed)

Alla radio fanno solo pezzi di Cindi Lauper, dei Manhattan Transfer, di Pat Benatar.
Ma anche pezzi dei Led Zeppelin, di David Bowie, dei Duran Duran, dei Deep Purple.
Non mancano pezzi degli Europe e del Van Halen.
Alcune puntate con classici di Armstrong & Fitzgerald, qualche Sinatra, qualche Martin, un Perry Como qua e là.
Qualche sprazzo di Doors, un qualcosina di Kiss.
Condire con un Morricone e bagnare con un Battisti & Mogol con un Mina Mazzini fu Costanzo (Se telefonando…).

Quello che ci fa capire che non siamo negli anni settanta ma ben oltre il duemila è che al posto dei maestri, dei maledetti, dei drogati, degli alcolisti, dei fumatori, dei catarrosi, degli stempiati e degli ormai morti, questi pezzi li cantano metrosexual afoni precari o troiette a progetto di cui tutti conoscono attraverso i media l’intimità ma nessuno l’identità.

R 20110615 1750